Silvia, una taglia sui rapitori: “Sono pericolosi”
In Kenya la polizia avrebbe identificato tre dei sei banditi che hanno portato via la volontaria italiana
C’è da sperare che l’ottimismo mostrato alla stampa da Noah Mwivanda, comand ante regionale della polizia sulla sorte di Silvia Romano, venga presto confermato dai fatti. “La ragazza è viva. Non abbiamo dubbi. Si trova nella foresta in mano a tre degli assalitori”, ha affermato il comandante dopo aver sottolineato che sono stati dispiegati rangers forestali, solda- ti e agenti scelti delle forze di sicurezza , elicotteri e droni per setacciare anche dall’alto la vasta area forestale di Gilore, che sconfina in Somalia. E di origine somala sarebbero i tre uomini sospettati di essere i guardiani della giovane volontaria milanese. Si tratta di Adam Omar, Yusuf Kuno Adan e Said Adan Abdi sui quali è stata posta una taglia di quasi 9.000 euro, una cifra considerevole per questa zona del Kenya, ignorata dal turismo per mancanza di attratti- ve, povertà e insicurezza. Pur distando solo 80 chilometri da Malindi, il villaggio di Chakama, nel distretto di Kilifi, è un agglomerato di poche case in muratura e capanne utilizzate dai pastori di etnia Orma, che si spostano sul confine con la Somalia.
QUESTA TRIBÙ intrattiene scambi di ogni genere con gli shabaab - i terroristi islamici somali affiliati ad al Qaeda autori delle più efferati stragi a Mogadiscio - e potrebbe aver rapito la cooperante italiana per venderla agli estremisti oltre frontiera. Non è la prima volta che turiste e cooperanti straniere vengano rapite in Kenya dai pastori Orma o direttamente dagli shabaab. Una di queste, Judith Tebbutt, venne rilasciata dopo il pagamento di un riscatto; Marie Dedieu, tetraplegica in carrozzella, invece, morì durante la prigionia di stenti e malattia. In seguito a questi rapimenti il governo aveva mandato l’esercito in Somalia per combat-