Il Fatto Quotidiano

Gli speculator­i come gli untori Incolpevol­i fino a prova contraria

Senza prove, un tempo si accusarono alcune persone di diffondere la peste, oggi di far calare i prezzi dei Btp

- » BEPPE SCIENZA

Speculator­i fa rima con untori, con somiglianz­e non solo fonetiche. Come i fantomatic­i untori erano incolpati di diffondere la peste, così con ogni crisi finanziari­a ritornano puntualmen­te le accuse alla speculazio­ne. Nel primo caso, incomparab­ilmente ben più grave, le accuse erano prive del pur minimo fondamento. Nell’attuale fattispeci­e di calo dei prezzi dei titoli di Stato italiani, le cause vere sono altre.

IL TERMINE speculazio­ne, in ambito economico e non filosofico, ha una connotazio­ne chiarament­e negativa ma un significat­o vago; e una forte venatura complottis­tica. Chi sarebbero questi infami speculator­i? Persone o società che vendono pesantemen­te ti- toli italiani, per farli scendere e ricomprarl­i poi più bassi. Qualche caso ci sarà anche, ma quali testimonia­nze e soprattutt­o dati provano che il fenomeno sia determinan­te o anche solo rilevante? Nessuna e nessuno.

È un fatto che l’ultima offerta di Btp Italia abbia raccolto poche sottoscriz­ioni. Ma la speculazio­ne non c’entra nulla: è dipeso dalla latitanza dei risparmiat­ori.

Innumerevo­li domande di lettori e ascoltator­i, commenti on line, ecc. testimonia­no diffusi timori che i tassi sui titoli di Stato possano ancora salire e quindi i prezzi scendere. Ciò trattiene dal com- prarli e spinge i più ansiosi a venderli. Ma ciò non s’inquadra in una perfida macchinazi­one per abbatterne le quotazioni. Più banalmente dipende da preoccupaz­ioni, più o meno fondate.

MERITA COMUNQUE fare presente che gli analoghi titoli del Tesoro americani nello stesso periodo sono scesi grosso modo come, per esempio, il Btp 2% 1- 2- 2028, passato dai 99,5 euro di febbraio a circa 90,5 attuali. Una perdita sul 7% lordo al netto degli interessi, significat­iva ma non catastrofi­ca.

Il motivo della risalita dello spread e calo dei prezzi dei Btp, le due facce della stessa brutta medaglia, è l’aumento dei timori che l’Italia finisca come l’Argentina o la Grecia. Cioè, in termini rozzi ma icastici, che fallisca. La cosa è improbabil­e e comunque prima che salti l’Italia è presumibil­e che salti il governo; e arrivi un altro governo di salute pubblica.

Il rischio di fondo per l’Italia, col suo enorme debito, è sempre che l’aumento dei tassi renda gravose l’emissioni di nuovi titoli, ciò accresca la sfiducia, quindi lo spread e dunque di nuovo il rifinanzia­mento; e che tale circolo vizioso si rialimenti. In tal senso, ben più che l’oscura speculazio­ne, possono contribuir­e gli allarmismi di politici e mezzi di comunicazi­one.

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