Viva Pierino: perché adoro Alvaro Vitali
Non sono mai riuscita a raccontare bene una barzelletta perché ci vuole talento. Mi sforzo nella premessa per tenere alta l’ attenzione, ma poi strada facendo mi agito: “...aspetta, aspetta com’è che faceva? Oddio, faceva tanto ridere”. Mi prende un attacco di ansia, balbetto e dimentico il finale. Io sono una grande massacratrice di barzellette, ma amo chi le sa raccontare e sono un’ammiratrice di Pierino: “Se sei come me… nun te preoccupa ’… guarda il mondo è blu che pare un bijou…”. Pierino la peste, Pierino contro tutti, Pierino alla riscossa, Pierino nella classe dei ripetenti e altre non troppo lodevoli variazioni sul tema della barzelletta portata al cinema. La nostra risposta italiana alle serie cinematografiche fondate su personaggi eroici come 007, o come Bruce Lee. Ora è l’ora di Pierino! Papà mi ha detto che è un personaggio ispirato al fumetto di Antonio Rubino, pubblicato sul Corriere dei Piccoline gli anni dieci, un bambino monello allora, ora un ragazzino irriverente, sfacciato, perennemente arrapato. E se dici Alvaro Vitali qualcuno si scandalizza come se incarnasse, solo il suo nome, il cattivo gusto dei nostri anni, per altro anni pieni di scarti e idiozie! A me è simpatico, mi fa ridere ed è della Roma. Mi piace in Amarcord, quando fa il caporione di una combriccola di adolescenti onanisti, o in Roma, dove interpreta un celebre ballerino fantasista, struggente, in uno scombinato tip tap. Se mi dici Alvaro Vitali penso anche a Fellini, e subito dietro mi compare la maschera di Pierino. Sì, per me lui è una maschera! Berretto a mezz’asta col pon pon rosso, maglia lunga sui calzoncini corti, un’espressione sempre scanzonata e furbastra. Un Pinocchio dei nostri tempi che ha dismesso l’anima di legno, che fischietta sfrontato e canticchia che… “alla vita è meglio daje der tu!”. (ha collaborato Massimiliano Giovanetti)