Salvini il nostalgico: “Rivoglio le Province”
La riforma Delrio le ha solo “tagliate”
■ “Oggi sono enti che ci sono e non ci sono, fanno e non fanno. Serve il coraggio di fare qualcosa”, dice il ministro dell’Interno. Il collega di partito Calderoli rilancia: “Bisogna superarle”. L’alleato 5Stelle tace
Rispuntano (nel dibattito pubblico) le Province. Matteo Salvini ha criticato la riforma Delrio che nel 2014 le ha svuotate, trasformandole in enti di secondo livello, per i quali non sono più previste elezioni dirette.
Il vicepremier si è espresso di fronte a una platea di amministratori e lavoratori nella sede di Poste Italiane, a Roma: “Bisogna avere il coraggio, la forza e la buona volontà di rivedere un impianto istituzionale che è monco, perché ora è ‘all’italiana’”, visto che le Province, secondo Salvini, sono state trasformate in “un ente che fa e non fa, non ha soldi per operare. Soprattutto non ha avuto senso cancellarlo senza dare una soluzione”.
Il fatto è che la reintroduzione delle Province non è contemplata nel contratto di governo tra Lega e 5Stelle. Anzi: l’abolizione completa dell’ente è una delle battaglie storiche del Movimento 5 Stelle, che le considera un’istituzione inutile, un residio degli sprechi della casta. A ottobre Di Maio aveva detto: “Presto rivedremo la funzione e la loro stessa esistenza”.
Ieri alla sortita di Salvini si è aggiunta una considerazione ancora più esplicita di Roberto Calderoli, senatore del Carroccio: “Con la bocciatura del referendum costituzionale che aboliva definitivamente le Province, è venuto meno anche il senso della legge Delrio. Va assolutamente superata, reintroducendo l’elezione diretta del presidente della provincia e del consiglio provinciale, e la riattribuzione delle funzioni storicamente svolte bene dalle Province”. Potrebbe essere un nuovo fronte polemico nella maggioranza giallo-verde, che per adesso però non si apre: nessun esponente dei 5Stelle ha commentato o confutato le parole di Salvini e Calderoli. La posizione leghista sulle Province peraltro non è una novità. La linea del partito è quella espressa in un disegno di legge depositato in Senato il 20 aprile 2018 (quindi prima della formazione del governo) che porta le firme, tra gli altri, di Matteo Salvini e dell’altro ministro Gianmarco Centinaio (Agricoltura). L’obiettivo della legge è “ripristinare la legalità costituzionale attraverso l’elezione diretta a suffragio universale del presidente e dei consiglieri della Provincia”.
Nuovi equilibri
La cancellazione totale è una vecchia battaglia M5S, nessun grillino però attacca l’alleato