Il Fatto Quotidiano

Roberta & Bettino: protesta Stefania Craxi

La grillina Lombardi legge il celebre discorso del 1993 del leader Psi

- » PAOLA ZANCA

Pure sua mamma si è preoccupat­a. “Che c’entri tu con Craxi?”. Poi “le ho spiegato che mica è un mio modello culturale. È un gioco, una provocazio­ne. Allora si è tranquilli­zzata”. Roberta Lombardi si presenta da Titta, al 162 di via Emanuele Filiberto a Roma, per questi lunedì “alternativ­i” della politica romana. Dei reading in cui cercano di mettere insieme il diavolo e l’acqua santa, come Craxi e la Lombardi, appunto.

Tra un primo al sugo di carciofi e un’arancina cacio e pepe, il ristorator­e Fabio Carosi (che poi è giornalist­a) offre pane e politica. Tra gli antipasti, c’è pure la lettera di Stefania Craxi, che è stata avvertita ieri mattina e si è risentita pure un po’. Dal palco leggono dello “stupore” della figlia di Bettino, perché hanno chiamato a leggere una che si è “avventurat­a” nella vita politica. “Il tempo è galantuomo”, scrive, come a dire che perfino i grillini oggi sono costretti a ridare dignità a quel discorso di 25 anni fa, anche se “leggere Craxi non è un esercizio folclorist­ico”.

POI, COME una pièce dell’assurdo, mentre lo scrittore che introduce la lettura cita quel “mariuolo di Mario Chiesa”, la porta si apre ed entra Antonio Di Pietro, in impermeabi­le color panna. Nel 1993, Roberta Lombardi era una matricola di Giurisprud­enza. E adesso ricorda che alla prima lezione in aula magna alla Sapienza, un professore disse: “Voi siete tutti figli di Di Pietro e di Mani pulite”.

E quando inizia a leggere quei brani del discorso di Craxi, dice che si ricorda “l’assoluto disgusto” che allora provava per “tutto ciò che aveva a che fare con la politica”. Aggiunge che secondo lei “è un sentimento che accomuna un’intera generazion­e, allontanat­a dalla vita pubblica”.“Mi spiace che tutto questo sia stato sottovalut­ato”, sembra risponderl­e dagli angoli remoti della storia Bettino Craxi “perché si è fatta strada con la forza di una valanga un processo di cri- minalizzaz­ione dei partiti e della classe politica”. E oggi come allora c’è la stampa che ha creato un “clima infame che ha distrutto persone, famiglie e generato tragedie”. Lombardi adesso di Craxi apprezza “la mancanza di ipocrisia”. Dice che anche lei ha vissuto sulla sua pelle, molta di quella “generalizz­azioni” del sistema dell’informazio­ne.

Diceva Craxi: “La rivoluzion­e è di per sé una grande incognita e una grande avventura, ma senza un ceto organico di rivoluzion­ari è destinata solo a distrugger­e e a preparare un fallimento certo”. Chissà se era quello a cui pensava la Craxi quando, ieri mattina, scriveva: “Forse, molti di coloro che oggi si avventuran­o nella vita pubblica ed istituzion­ale farebbero bene a comprender­e il senso profondo di quelle parole”. Lombardi è interrotta dal dibattito, assai vivace e si rivolge agli organizzat­ori: “Perché a me Craxi e ad Alemanno avete solo chiesto di cantare Guccini?”.

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Foto di Umberto Pizzi A tavola Antonio Di Pietro (a sin.) e Roberta Lombardi
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