L’ineffabile Udo, portatore bolso di telemerkelismo
Come tutti i miti che si rispettino, la vita di Udo Gümpel è avvolta dal mistero. Di lui si sa solo ciò che Egli ci ha concesso di sapere: “Udo Gümpel, laureato in Fisica delle Particelle Elementari, è giornalista professionista dal 1988. Dal
1997 è corrispondente dall’Italia per NTV e dal 2009 per l’intero gruppo della tv tedesca RTL”. Fine. Non è esattamente la biografia di Hegel, ma nella tivù italiana non si nega uno scampolo di notorietà a nessuno. Persino a chi vi scrive. Quindi va bene pure Gumpel. Il quale, dall’alto della sua conclamata hybris teutonica, ci spiega da tempo immemore cosa gli italiani debbano pensare dell’Italia. E anche solo da questo intuiamo quanto ben strano – nonché insicuro – sia il nostro popolo. Se vogliamo comprendere la politica estera interpelliamo Luttwak, con quella sua bella fierezza da generale che sogna l’odore del napalm al mattino per sentirsi in forma. Se vogliamo conoscere l’economia lo chiediamo a Friedman, simpatico come un diversamente Stanlio. E se vogliamo capire la politica citofoniamo al totemico Gümpel. L’uomo, intriso di una supponenza meravigliosamente ingiustificata, è portatore sano di merkelismo bolso nei talk-show del mattino. Non ha mai detto nulla di significativo e per questo lo chiamano. “Ovviaceo” di terza fila, alza il ditino e fa il professorino. Poiché magnanimo, Egli ha varcato il confine patrio per donarci misericordiosamente tutto il suo Sapere.
DEL SALVIMAIO, lui che in tempi di Monti e Gentiloni si sentiva come un puttino nel giardino dell’Eden, pensa tutto il male possibile: “Chiunque farebbe meglio del governo attuale. Anche uno estratto a sorte, come volevano all’inizio i Cinque Stelle. Ma uno estratto veramente a sorte, non scelto da Casaleggio”. Ammette di essere un po’ saccente: “Anche mia moglie dice che faccio troppo lo scienziato”. È però un dettaglio: Egli tutto sa. Martedì scorso, Gümpel era a Cartabianca su RaiTre per raccontarci la rava & la fava con consueta baldanza lessa. Purtroppo per lui, ha trovato sulla sua strada un Belpietro versione Sergente Hartman e una Bianca Berlinguer che gli ha sibilato in diretta che non lo avrebbe chiamato mai più in tivù. Povero Udo: neanche il Poro Schifoso era mai stato zimbellato così. Gümpel, durante il martirio, ha peggiorato il tutto parlando maleducatamente sopra chiunque ed esibendosi in smorfie visivamente empissime che hanno sancito il nuovo record di Obbrobrio Estetico ( ex- a equo con Sgarbi che alle I e ne peta arditamente mentre parla al cesso con Buffon). Dopo la gogna, il nostro eroe ha ricevuto la solidarietà di Burioni e Giuliano Ferrara, che è molto peggio di morire. Invece di andare a nascondersi, l’ineffabile Gümpel ha poi piagnucolato in radio e su Facebook, dicendo che non è la Berlinguer che non lo chiamerà più bensì lui che si rifiuterà di tornarci: un po’come quando la ragazza ti lascia ma tu, agli amici, racconti che sei stato tu a mandarla a quel paese (e gli amici fingono di crederti). L’ameno Gümpel, in questo prodigioso parossismo di mestizia allo stato brado, è riuscito anche a non capire nulla di un pezzo ironico di Selvaggia Lucarelli, scrivendole per tutta risposta “fai schifo”. Un fine democratico. Tale sobria presa di posizione gli è valsa un “like” di Laura Boldrini, nota femminista in servizio permanente ma solo quando criticano lei o una sua amica stretta. Bei momenti. Attendiamo frementi che questo impalpabilissimo Professor Kranz torni a svelare al vile volgo italico che l’acqua è bagnata e che Padoan è Goldrake. Sarà come sognare: daje Udo!