Poroshenko, legge marziale per riavere il consenso perduto
Il capo dello Stato al penultimo posto nei sondaggi per le elezioni di marzo: ha mancato tutte le promesse
La popolarità del presidente ucraino Petro Poroshenko è andata calando drammaticamente nel corso di quest’a nn o. Tant’è che nella maggior parte dei sondaggi sulle intenzioni di voto per le Presidenziali del marzo 2019, il magnate del cioccolato, prestato da molti anni alla politica, risulta tra il quarto e il penultimo posto (su sette), superato persino dall’ex pasionaria Yulia Timoshenko di cui gli ucraini si fidano molto poco, anche se il suo partito è rappresentato in Parlamento.
SI SPIEGA COSÌ la reazione sospettosa di una buona parte degli ucraini alla richiesta presentata dal capo dello Stato alla Verchovna Rada (il Parlamento ucraino) di sostenere il decreto con cui ha dichiarato la legge marziale in risposta al sequestro – da parte della Russia – di marinai e imbarcazioni militari nel mare di Azov. Il Parlamento ieri sera ha dato via libera. “Secondo dati di intelligence disponibili, c'è una chiara minaccia di invasione di Mariupol e Berdyansk” ha detto Volodymyr Yelchenko, rappresentante permanente dell’Ucraina all’Onu, intervenendo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Che i deputati del Blocco d’Opposizione (filo russi), la stessa Timoshenko e gli altri candidati alle presidenziali con i propri parlamentari gridino al tentativo subdolo da parte dell’oligarca miliardario di posticipare le elezioni con la mossa delle legge marziale è prevedibile. Ma Poroshenko forse non si aspettava le critiche, sollevatesi dopo la controversa decisione, anche tra i cittadini protagonisti della “rivoluzione della dignità” o di “Maidan” del 2014 che portò alla fuga in Russia del suo predecessore Yanukovich, legato a Putin, e alla sua ascesa al vertice dell’Ucraina.
“POROSHENKO ha mancato la maggior parte delle promesse fatte prima che lo eleggessimo e la vita di noi persone comuni è peggiorata a causa dell’inflazione mostruosa, dell’aumento del 23 per cento del costo del gas anche a causa delle richieste del Fondo Monetario Internazionale, degli stipendi e pensioni da fame che sono stati alzati di pochi euro, una presa in giro”, dice Anna, traduttrice di professione e attivista per passione. Per placare le proteste dentro e fuori il parlamento, Poroshenko nel pomeriggio di ieri ha dimezzato, da 60 a 30 giorni, la durata della misura, in modo “da non interferire con l’inizio della campagna elettorale per le presid enziali del prossimo anno che dovrà iniziare il 31 dicembre”. In realtà è una mossa per rassicurare seguaci e detrattori del fatto che le elezioni si terranno nei tempi stabiliti. Oltre alla riduzione della durata della legge marziale – che secondo il decreto sarebbe dovuto durare fino al 25 gennaio – nel dibattito parlamentare è stato chiesto di ridurre la limitazione dei diritti e delle libertà dei cittadini proposta dal decreto. Nel testo infatti si legge che “temporaneamente, per la durata del regime legale della legge marziale, potranno essere limitati i diritti e le libertà dei cittadini” e di “entità legali”. Gli ucraini nei giorni scorsi erano scesi in piazza per chiedere la riduzione dei dazi sull’importazione di auto usate dall’Europa. “Anche se Poroshenko è riuscito a far abolire i visti per l’ingresso in Europa, è troppo poco. Qui i pensionati sono ormai sotto la soglia di sopravvivenza”, dice Elena, docente di matematica ed ex maidanista. Le pensioni si aggirano sui 40 euro al mese, una cifra che non basta a pagare il riscaldamento. Anche numerosi parlamentari del partito Blocco Poroshenko come il noto e stimato ex giornalista investigativo Mustafa Nayyem e il collega Igor Sobolev hanno spesso dichiarato di non essere d’accordo con la politica del magnate e hanno votato contro alcune proposte di legge.
Secondo dati di intelligence disponibili c'è una chiara minaccia d’invasione russa di Mariupol e Berdyansk
VOLODYMYR YELCHENKO