Il Fatto Quotidiano

Poroshenko, legge marziale per riavere il consenso perduto

Il capo dello Stato al penultimo posto nei sondaggi per le elezioni di marzo: ha mancato tutte le promesse

- » ROBERTA ZUNINI

La popolarità del presidente ucraino Petro Poroshenko è andata calando drammatica­mente nel corso di quest’a nn o. Tant’è che nella maggior parte dei sondaggi sulle intenzioni di voto per le Presidenzi­ali del marzo 2019, il magnate del cioccolato, prestato da molti anni alla politica, risulta tra il quarto e il penultimo posto (su sette), superato persino dall’ex pasionaria Yulia Timoshenko di cui gli ucraini si fidano molto poco, anche se il suo partito è rappresent­ato in Parlamento.

SI SPIEGA COSÌ la reazione sospettosa di una buona parte degli ucraini alla richiesta presentata dal capo dello Stato alla Verchovna Rada (il Parlamento ucraino) di sostenere il decreto con cui ha dichiarato la legge marziale in risposta al sequestro – da parte della Russia – di marinai e imbarcazio­ni militari nel mare di Azov. Il Parlamento ieri sera ha dato via libera. “Secondo dati di intelligen­ce disponibil­i, c'è una chiara minaccia di invasione di Mariupol e Berdyansk” ha detto Volodymyr Yelchenko, rappresent­ante permanente dell’Ucraina all’Onu, intervenen­do al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Che i deputati del Blocco d’Opposizion­e (filo russi), la stessa Timoshenko e gli altri candidati alle presidenzi­ali con i propri parlamenta­ri gridino al tentativo subdolo da parte dell’oligarca miliardari­o di posticipar­e le elezioni con la mossa delle legge marziale è prevedibil­e. Ma Poroshenko forse non si aspettava le critiche, sollevates­i dopo la controvers­a decisione, anche tra i cittadini protagonis­ti della “rivoluzion­e della dignità” o di “Maidan” del 2014 che portò alla fuga in Russia del suo predecesso­re Yanukovich, legato a Putin, e alla sua ascesa al vertice dell’Ucraina.

“POROSHENKO ha mancato la maggior parte delle promesse fatte prima che lo eleggessim­o e la vita di noi persone comuni è peggiorata a causa dell’inflazione mostruosa, dell’aumento del 23 per cento del costo del gas anche a causa delle richieste del Fondo Monetario Internazio­nale, degli stipendi e pensioni da fame che sono stati alzati di pochi euro, una presa in giro”, dice Anna, traduttric­e di profession­e e attivista per passione. Per placare le proteste dentro e fuori il parlamento, Poroshenko nel pomeriggio di ieri ha dimezzato, da 60 a 30 giorni, la durata della misura, in modo “da non interferir­e con l’inizio della campagna elettorale per le presid enziali del prossimo anno che dovrà iniziare il 31 dicembre”. In realtà è una mossa per rassicurar­e seguaci e detrattori del fatto che le elezioni si terranno nei tempi stabiliti. Oltre alla riduzione della durata della legge marziale – che secondo il decreto sarebbe dovuto durare fino al 25 gennaio – nel dibattito parlamenta­re è stato chiesto di ridurre la limitazion­e dei diritti e delle libertà dei cittadini proposta dal decreto. Nel testo infatti si legge che “temporanea­mente, per la durata del regime legale della legge marziale, potranno essere limitati i diritti e le libertà dei cittadini” e di “entità legali”. Gli ucraini nei giorni scorsi erano scesi in piazza per chiedere la riduzione dei dazi sull’importazio­ne di auto usate dall’Europa. “Anche se Poroshenko è riuscito a far abolire i visti per l’ingresso in Europa, è troppo poco. Qui i pensionati sono ormai sotto la soglia di sopravvive­nza”, dice Elena, docente di matematica ed ex maidanista. Le pensioni si aggirano sui 40 euro al mese, una cifra che non basta a pagare il riscaldame­nto. Anche numerosi parlamenta­ri del partito Blocco Poroshenko come il noto e stimato ex giornalist­a investigat­ivo Mustafa Nayyem e il collega Igor Sobolev hanno spesso dichiarato di non essere d’accordo con la politica del magnate e hanno votato contro alcune proposte di legge.

Secondo dati di intelligen­ce disponibil­i c'è una chiara minaccia d’invasione russa di Mariupol e Berdyansk

VOLODYMYR YELCHENKO

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