La Milano migliore oggi ricorda Pina Maisano Grassi
Se n’è andata due anni fa lasciandoci increduli di non poter più sentire la sua voce lieve e cortese, di non poter vedere più il suo sorriso. Pina Maisano Grassi è l’icona dell’antimafia gentile, rigorosa ma senza enfasi, mai sopra le righe. A Pina è dedicata quest’anno la “Giornata della virtù civile” che si celebra oggi a Milano, organizzata dall’Associazione civile Giorgio Ambrosoli e arrivata alla decima edizione, sotto l’alto patronato del presidente della Repubblica.
Pina era impegnata dalla parte delle “virtù civili” e della legalità, a Palermo, ben prima che gli uomini di Cosa nostra sconvolgessero la vita sua e dei suoi figli, Alice e Davide. Architetto e urbanista, fu sempre inconciliabile con le vischiosità criminali del “sacco di Palermo” promosso da Vito Ciancimino, assessore e poi sindaco mafioso della città. Ambientalista e radicale, mente aperta e vivace, laica e pacifista. Con il marito, Libero Grassi, condivise l’impegno culturale, le passioni civili, le interminabili discussioni con Marco Pannella, che quando andava a Palermo era ospite a casa Grassi. Condivise anche la gestione dell’azienda di famiglia, la Sigma. E fu d’accordo con il rigore che portò Libero a dire no ai boss che gli chiedevano il pizzo e a sfidarli pubblicamente.
Il 29 agosto 1991, Libero è ucciso sotto casa con quattro colpi di pistola. I mafiosi pensano di aver spento per sempre la sua voce e di aver fermato la ribellione contro il pizzo. Invece Pina asciuga le lacrime e continua la sua battaglia pacifica. Accetta di candidarsi con i Verdi al Senato, nel 1992, e viene eletta a Torino nel collegio Fiat-Mirafiori. Quando le propongono di far parte della commissione parlamentare antimafia, sceglie invece la commissione lavori pubblici, perché: “È lì, negli appalti, la chiave di tutto”.
MOLTI ANNI DOPO capisce di non aver seminato invano, nascondendo le lacrime e mostrando il sorriso. La mattina del 29 agosto 2004, il centro di Palermo è tappezzato di piccoli manifesti listati a lutto con la scritta: “Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”. Pina, intervistata da giornali e tv, dice: “Non so chi siano quelli che hanno preso questa iniziativa, ma sono miei nipoti”. Era il gruppo di ragazzi che diede vita all’associazione anti-racket Addiopizzo, che hanno fatto di Palermo, capitale della mafia, anche la capitale dell’antimafia.
Oggi Milano, che fino a qualche anno fa negava la presenza mafiosa nel tessuto dei suoi affari, ricorderà Pina Grassi e le virtù civili. La mattina saranno premiati i ragazzi delle scuole che hanno partecipato ai concorsi “Testimoni in punta di penna”, “Cambiare si può” e“Siamo tutti eroi”. Nel pomeriggio, all’Università Bocconi, si terrà la lezione su “Società civile, economia e rischio criminalità” a cui parteciperanno Ferruccio de Bortoli, Donato Masciandaro e Giovanni Bazoli (che ha avuto molti meriti lungo la storia recente della finanza italiana, dal salvataggio del Banco Ambrosiano a oggi, ma che, in verità, ora è imputato nel processo Ubi Banca a Bergamo).
La giornata si concluderà con una tavola rotonda al Conservatorio con la figlia di Pina e Libero, Alice Grassi, e Chiara Caprì, Nando dalla Chiesa, Elia Minari, Liliana Segre e Umberto Ambrosoli. A seguire, il “concerto civile” dell’orchestra sinfonica del Conservatorio Giuseppe Verdi, con la Symphonie Fantastique di Berlioz.
La Milano migliore ricorderà Pina e compirà così una riflessione sulle virtù civili: che si possono perdere in un soffio, soffocate dagli affari a ogni costo e dalla retorica cieca delle magnifiche sorti e progressive.