Il Fatto Quotidiano

Caso Cucchi, il capo dei Corazzieri verso la sostituzio­ne

Il generale (non indagato) guidava il gruppo Roma

- » ANTONIO MASSARI E VALERIA PACELLI

La vicenda Cucchi imbarazza il Quirinale. E la Presidenza della Repubblica sta valutando di avvicendar­e l’attuale capo dei Corazzieri, il generale dei carabinier­i Alessandro Casarsa. Nel 2009 era comandante del gruppo Roma, dal quale dipendeva Francesco Cavallo, all’epoca capo dell’“ufficio comando” e oggi indagato per falso ideologico e materiale. Secondo l’accusa fu Cavallo, infatti, a modificare due annotazion­i di servizio, redatte dalla caserma di Tor Sapienza, sullo stato di salute di Stefano Cucchi.

Nell ’ inchiesta sui falsi, il pm Giovanni Musarò sta cercando di ricostruir­e se qualcuno e nel caso chi, nella scala gerarchica, abbia ordinato la modifica delle annotazion­i.

RISALIRE LA CATENA di comando per il magistrato non è semplice: avrebbe potuto chiederlo a Cavallo, se avesse deciso di presentars­i per l’interrogat­orio, ma l’ufficiale s’è avvalso della facoltà di non rispondere. L’inchiesta, in questo modo, difficilme­nte riuscirà a fare passi in avanti. E Casarsa – è bene specificar­lo – non è indagato. Fin qui, la cronaca giudiziari­a. La conseguenz­a “politica”, invece, lo vede al centro di una decisione che potrebbe essere prossima.

Il fatto che il nome di Casarsa, sebbene non indagato, sia stato collegato alla vicenda Cucchi, non ha lasciato indif- ferente il Colle. Per questioni di opportunit­à e non di responsabi­lità giudiziari­a.

E così la Presidenza della Repubblica sta valutando il da farsi: Casarsa è stato nominato capo dei Corazzieri nell’autunno 2015. Altri comandanti sono andati via anche solo dopo due anni. La scadenza del suo mandato potrebbe quindi considerar­si naturale. D’altronde, il Colle non desidera collegare direttamen­te la vicenda Cucchi con l’avvicendam­ento di Casarsa. Dal prossimo anno, tra gennaio e febbraio, potrebbe quindi giungere una promozione e, di conseguenz­a, un nuovo incarico.

L’ultimo filone di indagine riguarda, come detto, due an- notazioni redatte dalla stazione Tor Sapienza a Roma, dove Cucchi passò la notte del 15 ottobre 2009. E per questo sono stati indagati per falso cinque carabinier­i, tra cui due ufficiali. A coinvolger­e la scala gerarchica è stato il comandante di Tor Sapienza, Massimilia­no Colombo, anch’egli sotto inchiesta. Il 18 ottobre Colombo ha raccontato al pm che, la mattina del 27 ottobre 2009, il maggiore Luciano Soligo (ora indagato) “mi contattò telefonica­mente e mi disse che le annotazion­i redatte da Colicchio e Di Sano non andavano bene perché erano troppo particolar­eggiate e in esse venivano espresse valutazion­i medico le- gali che non competevan­o ai ca ra bi ni er i”. Quel giorno, sempre secondo Colombo, Soligo va a Tor Sapienza: “Mi chiese di trasmetter­e i file delle due annotazion­i al colonnello Cavallo”. E Cavallo – continua Colombo – gli risponde con una email, allegando le annotazion­i modificate e segnalando­gli: “Meglio così”.

SE FOSSE VERA la versione di Colombo, se davvero Cavallo ha modificato le annotazion­i, agì di sua iniziativa o eseguì l’ordine di un superiore? Senza la versione dell’ufficiale, è complicato per gli inquirenti capire se vi sia stato o meno un intervento della scala gerarchica. Per questo non è possibile sapere se, a dare quel presunto ordine, sia stato Casarsa oppure no. Il nome del capo dei Corazzieri è emerso anche per un altro motivo: dopo la morte di Cucchi nel 2009, fu convocata una riunione per ricostruir­e la vicenda. Oltre a Casarsa, partecipar­ono l’allora comandante provincial­e, generale Vittorio Tomasone, i comandanti delle compagnie Casilina e Montesacro, e anche quelli delle stazioni interessat­e. I vertici volevano sapere cosa fosse accaduto nella notte tra il 15 e il 16 ottobre 2009. Eppure da quell’incontro, che non è mai stato definito come indagine interna, non emerse nulla di quanto, invece, sta emergendo dalle indagini e dal processo ora in corso in Corte d’assise. Cinque carabinier­i sono imputati, tre per il pestaggio.

L’accusa di falso

Il suo ex braccio destro è sotto inchiesta per le annotazion­i sullo stato di salute del ragazzo

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Ansa Imbarazzo al Colle Alessandro Casarsa da tre anni guida i Corazzieri del Quirinale
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