Gilet gialli 3° atto In piazza anche scuola, banlieue e Mélénchon
Gli Champs Elysées trasformati in bunker per l’atto III della protesta: 10 mila Gilet gialli sono attesi sull’a venue parigina e per evitare la guerriglia e gli sfregi di sabato scorso (stimati un milione di euro di danni) il viale è stato “svuotato”. Gli arredi urbani sono stati ritirati ieri e i cantieri in corso sigillati. I negozianti hanno rivestito le vetrine con pannelli a nti-casseurs. All’esterno dei caffè sono stati smontati i gazebo con i tavolini. Il viale oggi è chiuso alle auto. Vi si può accedere a piedi, col Gilet giallo o no, ma solo dopo i controlli. La prefettura ha mobilitato 4 mila agenti: un dispositivo di sicurezza “paragonabile a quello dell’11 gennaio 2015”, giorno del grande corteo che seguì gli attentati a Charlie Hebdo, secondo Linda Kebbab del sindacato Sgp Police.
LA PROTESTA è sempre più popolare: l’ 84% dei francesi ormai dice di comprenderla. Il collettivo Banlieues Respect, nato dopo le rivolte delle periferie nel 2005, ha raggiunto il movimento: “Le battaglie delle campagne e delle banlieuesono le stesse”, ha detto il suo presidente Hassan Ben M’Barek. In nome della “convergenza delle lotte” scendono in strada il sindacato Cgt e gli studenti. Sono attesi anche i militanti del l’estrema destra e dell’estrema sinistra, che appoggiano apertamente la protesta. Jean-Luc Mélénchon, leader della France Insoumise, sarà tra i Gilet. Non c’è dialogo con il governo. La riunione di ieri con il premier Philippe è stata un fiasco. Quasi tutti i Gilet l’hanno boicottata: avevano chiesto un live su Facebook, ma è stato loro risposto picche.