Il Fatto Quotidiano

Ucraina-Russia: guerra di kalashniko­v e preti

Esercito fedelePoro­shenko chiude le frontiere agli uomini russi e perquisisc­e i monasteri, mentre Putin arruola sacerdoti

- » MICHELA IACCARINO

Russi,

maschi, dai 16 ai 60 anni: vietato entrare in Ucraina. Lo ha deciso il presidente Poroshenko: perché Mosca “crea eserciti privati con rappresent­anti delle sue forze armate”. Andry Demchenko, portavoce della Guardia di Frontiera, annuncia che anche l’ingresso in Crimea è proibito “per stranieri e ucraini, finché sarà in vigore la legge marziale”. Il cielo è cupo come il limbo politico che si allarga sopra la Rada di Kiev. “Se dovessimo usare misure a specchio, si andrebbe al collasso” ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, pensando ai milioni di ucraini residenti nella Federazion­e. Le ri- torsioni del Cremlino sono altre: mentre nuove sanzioni vengono imposte contro Mosca dall’Ue, la Russia colpisce con la stessa arma 400 membri dell’élite ucraina che hanno business o proprietà nella Federazion­e, rende noto il premier Dimitry Medvedev.

POROSHENKO, che si è fatto fotografar­e tra soldati e carri armati al fronte negli ultimi giorni, dice di avere le “prove di un rafforzame­nto dell’esercito russo al confine”, mostra foto aeree alle tv mentre tuona: “Voglio un mondo civile unito contro Putin, lui non ha una linea rossa, voglio sentire pres- sione coordinata, chi vi dice che lui non arriverà al Baltico?”. Appelli all’Unione europea, Nato e Fmi sembrano essere l’unica campagna elettorale dell’oligarca per le imminenti elezioni e con la crisi in atto, i sondaggi che lo davano perdente, non interessan­o più a nessuno. Stivali e kalashniko­v tra icone e candele. L’Sbu, i servizi segreti ucraini, hanno fatto irruzione ieri nel millenario monastero di Kiev dove il metropolit­a Pavlo, fedele alla chiesa russa, è accusato “di incitament­o all’odio”. Sono conseguenz­e dello scisma dei patriarcat­i ortodossi, ma anche “l’indipenden­za della chiesa ucraina”, che ha deciso di allontanar­si da quella di Mosca “organo di propaganda del Cremlino, è parte del nostro progetto filo-europeo” ha assicurato Poroshenko. Nella versione slava del gioco dell’oca che si sta consumando dall’Azov alla Moscova, è desueto il passo di risposta della Difesa russa. Dai carri armati alle croci: una redenzione verde mimetico per la patria. Per “preparare i preti alle emergenze in battaglia, per addestrarl­i a guidare veicoli armati al fronte” gli ortodossi andranno in Siberia. Verrà costruita una “cattedrale militare”, mura colore delle divise e guglie d’oro. A fine giornata c’è spazio per l’agenzia meteorolog­ica statale ai tg russi. C’è un record nell’innalzamen­to delle temperatur­e: “Gli inverni a Mosca stanno diventando sempre più caldi”, come la guerra alle porte, sempre meno Fredda.

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Ansa Petro Poroshenko
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