De Luca: “Tav inutile e superato, chi dice sì non sa che cosa sia”
ErriDeLuca L’autore contro la Torino-Lione e la piazza del Sì: “La borghesia non manifesta mai, accumula”
La sua idea non cambia e per difenderla ha anche dovuto affrontare un processo: aveva detto che il Tav “va sabotato” ed era stato accusato (e poi assolto) per istigazione a delinquere. “Era un processo sperimentale che è fallito”, dice lui. Per Erri De Luca la Torino-Lione resta un’opera inutile, addirittura “s c a d ut a ”. Non si lascia convincere dalle “madamine” o dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, lo scrittore rimane vicino agli abitanti della Val di Susa, un sostenitore di quel movimento No Tav che sabato torna in piazza a Torino per ribadire la sua contrarietà alla grande opera.
Erri De Luca, sabato sarà a Torino con i No Tav?
No, sarò fuori dall’Italia, ma ho mandato un testo che verrà letto nell’occasione. Sostengo la manifestazione, che sarà gioiosa e spernacchiante. Confindustria e le altre associazioni datoriali hanno firmato un documento a favore dell’opera e chiesto al governo di andare avanti. Come valuta questa iniziativa?
Si uniscono a quelle decine di ministri e capi dei governi precedenti che da decenni affermano che l’opera va fatta. Intanto non è stato gettato neanche un centimetro di binario di quella famigerata linea ferroviaria. Continuano a parlarne. La Torino-Lione è inutile, scaduta e si aggiungerà a quel catalogo delle opere incompiute con grande spreco di denaro pubblico.
Oltre agli imprenditori, il 10 novembre a Torino hanno manifestato molti cittadini favorevoli nell’evento organizzato dalle sette “madamine”.
Era più una manifestazione contro la sindaca. Il fatto che parlassero della Torino-Lione era un pretesto. Le madamine non sanno del Tav niente e continuano a non saperne niente. La borghesia non manifesta, accumula.
Esiste il rischio che il Movimento 5 Stelle, dopo non aver mantenuto le promesse sull’Ilva e il Tap, possa cambiare idea sulla Torino-Lione?
Si sono rimangiati tante di quelle promesse che non mi stupirebbe una ritirata. Che si ritirino o no, quell’opera resta impraticabile e non sarà fatta. D’altronde, di ministri che volevano fare quell’opera ne abbiamo avuti tanti ma comunque ancora non c’è.
Com’è nata la sua vicinanza al movimento No Tav?
Nel 2005 con Gianmaria Testa ero stato invitato a tenere concerti a Torino, “Chisciotte e gli invincibili”. Parlavo della Val di Susa come uno di quegli esemplari moderni di invincibilità. I No Tav mi invitarono da loro a Venaus, dove doveva sorgere il primo cantiere e avevano fatto un primo presidio. Proprio la notte, dopo la mia visita, il presidio era stato colpito e distrutto. Il giorno dopo la vallata era scesa in piazza. Io sono stato richiamato e mi sono ritrovato in- sieme agli altri. Dopo quell’infamia notturna l’opera è stata sospesa per anni. Da allora sono stato spesso in Val di Susa e dieci anni dopo mi è arrivata l’incriminazione per una cosa che ho detto al telefono, ma che avevo ripetuto molte volte dal vivo.
Molti potrebbero chiedersi perché gli intellettuali e gli artisti debbano intervenire sul tema?
Per dare la possibilità di essere ascoltati. Quella incrimina- zione che mi ha tenuto compagnia per un paio di anni è servita a dare più voce e ascolto a quella piazza. Credo di essere stato un utile strumento di amplificazione per quella vallata.
Perché un abitante di un’altra regione dovrebbe appoggiare i No Tav?
Perché quell’esperimento di democrazia diffusa e di base ha ottenuto risultati grandiosi. È un’esperienza esemplare.
L’incriminazione che mi ha tenuto compagnia per un paio di anni è servita a dare più voce e ascolto al movimento della
Val di Susa Quella delle madamine era più una manifestazione contro la sindaca Parlare dell’opera era un pretesto