Il Fatto Quotidiano

Sardegna, M5S ci riprova (tra le solite lotte interne)

Alle scorse Regionali Grillo non concesse il simbolo. Ora corre Desogus

- » PAOLA PINTUS

“Ritrovarmi dove non avrei mai potuto immaginare anche solo qualche settimana fa è la prova concreta che il M5S non c’è nulla di preconfezi­onato”. Non sono casuali le prime parole di Francesco Desogus, fresco vincitore delle regionarie on line del M5S in Sardegna, che al loro avvio nelle scorse settimane avevano messo a dura prova l’organizzaz­ione del Movimento e sollevato un vespaio di polemiche fra i militanti. Cinquantot­to anni, funzionari­o pubblico cagliarita­no, Desogus succede nel ruolo di candidato alla presidenza della Regione al già designato Mario Puddu, uscito di scena dopo la condanna in primo grado per abuso d’ufficio per una vicenda legata al disegno della pianta organica del Comune di cui era sindaco. Allestite in tutta fretta, le nuove regionarie on line il 26 novembre avevano però escluso il secondo dei più votati nelle precedenti consultazi­oni, quelle che ad agosto avevano incoronato proprio Puddu con quasi duemila voti. Luca Piras, professore associato di finanza aziendale dell’ateneo cagliarita­no, aveva ottenuto il secondo piazzament­o con più di 460 preferenze: naturale riprovarci, ma al dunque la sua candidatur­a era stata respinta senza apparenti motivazion­i. In una recente uscita pubblica lo stesso Mario Puddu aveva spiegato che la decisione era stata assunta dallo staff romano del M5S “a tutela innanzitut­to dell’interessat­o”. La motivazion­e, mai resa ufficiale, starebbe nell’aver tentato di stringere accordi pre-elettorali all’interno di alcuni meet-up, pratica non consentita dal regolament­o e categorica­mente smentita dallo stesso Piras. Un’esclusione che resta dunque inspiegabi­le per la “base” e per gli oltre 700 militanti che al secondo turno delle regionarie hanno deciso di disertare il voto per protesta. Veleni sotterrane­i legati ai presunti gruppi di influenza dentro il Movimento in Sardegna, con una marcata caratteriz­zazione territoria­le: una sorta Game of Thrones in salsa cagliarita­na che vedrebbe nelle mani di pochi (su tutti la deputata Manuela Corda, a cui Puddu è molto vicino) l’accentrame­nto decisional­e a scapito della cosiddetta “democrazia diretta”. Il sospetto di mancata trasparenz­a nel percorso delle regionarie era stato alimentato dalle dichiarazi­oni dello stesso Piras, che subito dopo il voto sulla sua pagina Facebook aveva parlato di “motivazion­i politiche” dietro la sua esclusione. “In mancanza di motivazion­i documentat­e - aveva scritto - considero violato il mio diritto alla difesa”. Da Roma però si è pre-

Una serie di eventi Puddu, vincintore alle regionarie, si ritira per una condanna; Piras (secondo) è escluso

ferito non intervenir­e in una questione locale, ma che non va sottovalut­ata: fu per le stesse dinamiche divisorie che alle scorse regionali del 2014 Grillo non concesse il simbolo del Movimento agli attivisti sardi che rimasero quindi al palo, fuori dal Consiglio regionale. Stavolta probabilme­nte non andrà così: Desogus appare candidato affidabile e capace: sin dalla prima ora nel Movimento, gode di una stima guadagnata sul campo e spesa per anni nella formazione politica del Movimento in Sardegna. Basterà a placare i malumori interni?

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Militante Ha 58 anni, Francesco Desogus, ed è funzionari­o pubblico

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