Dopo-Merkel, Cdu sceglie AKK: licenza di mediare
Annegret Kramp-Karrenbauer è la nuova leader: “Noi, gli ultimi popolari europei”
Sarà ancora una volta una donna a guidare il maggior partito conservatore tedesco: Annegret Kramp- Karrenbauer. È questo il risultato uscito dal congresso di Amburgo della Cdu. Con una risicata maggioranza del 51,7%, raggiunta dopo un ballottaggio che le ha dato un distacco di appena 35 voti dal rivale Friedrich Merz, la segretaria generale della Cdu prenderà il posto di Angela Merkel alla guida del partito, per la prima volta dopo 18 anni. A.K.K., come la chiamano in molti, è la beniamina di Merkel ma non il suo clone.
IL SUO PROFILOè più conservatore e meno socialdemocratico rispetto a quello giocato dalla cancelliera in questi anni. Con lei ha non ha vinto la continuità ma il cambiamento nella continuità, per rovesciare le parole di Tomasi di Lampedusa. E in questo caso la novità è rappresentata da un ritorno alle radici della Cdu, le radici cristiane e conservatrici di un partito ancora radicato nella base della società, e non solo nei consigli di amministrazione dei gruppi industriali.
Kramp-Karrenbauer sarà leale con Merkel, nessuno ne dubita, e questo allontana il rischio di una caduta anticipata del governo. Sul suo possibile futuro da cancelliera, invece, per il momento c’è molta più cautela. Ma già dal discorso di oggi al congresso si è visto che la Germania non avrà a che fare con una mini-Merkel. La retorica di A.K.K. è più forte e a tratti emozionante, come la cancelliera non è mai stata, e i contenuti sono chiaramente più decisi. “Forza” e “coraggio” sono state le parole chiave del suo discorso, in un’orazione incentrata sull’orgoglio cristiano- democratico. “Leggo sui giornali che c’è una Cdu sociale e una Cdu liberale”, “u n’al a dei lavoratori e un’ala dei datori di lavoro, ma per me c’è una sola Cdu, la mia Cdu” ha detto, suscitando un profluvio di applausi dei 1001 delegati di Amburgo.
Con Kramp-Karrenbauer i valori tornano a giocare un ruolo politico, lo testimoniano le sue posizioni sull’aborto, ribadite oggi al congresso, e la sua contrarietà al matrimonio omosessuale (ma non è contraria all’adozione da parte delle coppie gay). Sul tema dell’accoglienza dei migranti ha mostrato di avere idee chiare: chi delinque deve andarsene, non importa da dove venga. Anche questo la distanzia da Merkel e dal suo continuo richiamo ai diritti civili garantiti dalla costituzione. Per AKK le paure del suo elettorato – che è andata a conoscere personalmente in un tour in bicicletta con il marito l’estate scorsa – hanno diritto di ascolto e di cittadinanza nel partito.
Diciotto anni di Merkel alla guida del partito, però, non sono passati senza lasciare traccia. “Tenere insieme” le diverse anime del partito sono il lascito più significativo della cancelliera, ribadito anche oggi nel suo discorso di addio. “Riunire e governare ins ieme ” ha detto Merkel, con un gioco di parole che viene bene solo in tedesco ( zusammenfuehren und zusammen fuehren). Questo non è solo un motto coniato per un congresso che ha visto anime diverse rivaleggiare fino all’ultimo, è stato anche uno stile di governo.
MEDIARE FINO alla stremo è stata la forza della cancelliera. Lo stesso imprinting ha segnato anche le prime mosse da leader della Cdu dell’ex segretaria generale quando oggi, dopo le votazioni, ha offerto ai suoi rivali di collaborare insieme nella nuova riorganizzazione del partito. Al termine del discorso di addio di Merkel, dopo un applauso lungo dieci minuti, il ministro-presidente dell’Assia, Volker Bouffier, le ha regalato davanti alla platea e a nome di tutti la bacchetta del direttore d’orchestra, Kent Nagano, usata in un concerto alla Filarmonica di Amburgo. In qualche modo, l’elezione di Annegret Kramp-Karrenbauer sembra ancora l’ultima pagina di una partitura diretta da Merkel.
Futura cancelliera? Sarà leale con l’ex leader, il che allontana il rischio di una caduta anticipata del governo