Il Fatto Quotidiano

“Adotta un grillino” Così FI ingaggia i neo “responsabi­li”

Lo schema Berlusconi lancia l’assalto ai grillini: ogni forzista deve testare un suo collega di commission­e Mentre ex parlamenta­ri cercano nuovi “responsabi­li”

- » LUCA DE CAROLIS

■ Prima la marcatura a uomo, poi i compliment­i, infine l’incontro con Silvio

Silvio li manda come apostoli tra gli eretici, a Cinque Stelle. E come mezzo per redimerli raccomanda innanzitut­to cortesia, più o meno aziendale: con sorrisi, compliment­i e mezze frasi buttate lì, sulla maggioranz­a che verrà. Il repertorio d’ordinanza del forzista che prova a reclutare grillini, nel Parlamento di fine 2018. Dove tanti berlusconi­ani bussano alle porte di Matteo Salvini, che però fa spallucce.

MA C’È ANCHEil percorso inverso, quello dei forzisti a cui Berlusconi ha chiesto di fare campagna acquisti in quello che bolla come il grande Satana, ossia nel M5S, per arrivare a una nuova maggioranz­a di centrodest­ra. “Fantasie, Salvini non tornerà mai con Berlusconi, perderebbe troppi voti” rispondono dai Cinque Stelle. Dove raccontano che Luigi Di Maio abbia ripetutame­nte rassicurat­o negli ultimi giorni sulla fedeltà dell’altro vicepremie­r. Però B. non ha altre strade, ed è un ostinato. E soprattutt­o sa che nel corpaccion­e del Movimento c’è malumore per le restituzio­ni. Perché in diversi si lamentano per i 3mila euro al mese del proprio stipendio da ridare indietro, a cui vanno sommati i 300 euro destinati alla piattaform­a web Rousseau, gestita da Davide Casaleggio. Non a caso, Berlusconi ha ricordato come nel suo partito non esista l’obbligo delle restituzio­ni.

E allora i suoi cercano di infilarsi nel varco, guidati dall’ex governatri­ce del Lazio Renata Polverini: brava nel tessere rapporti trasversal­i, perché “è una alla mano” come riconosce un grillino della vecchia guardia. Ma a sovrintend­ere è la vicepresid­ente della Camera Mara Carfagna, da cui l’eventuale 5Stelle in bilico deve passare per l’ultimo colloquio: quello prima dell’incontro con lui, con Berlusconi. Ed è l’iter seguito dal grillino appena approdato in Forza Italia, Matteo Dall’Osso. “Ho riscontrat­o l’interesse di tanti 5Stelle per Fi” ha assicurato ieri la forzista a Repubblica. Mentre da dentro il Movimento ovviamente ribaltano la lettura: “Forza Italia prova a prendersi i nostri, alla Ca- mera come in Senato”. Ma come? Un deputato del M5S al primo mandato racconta: “Un collega di commission­e mi ha avvicinato un paio di giorni fa, facendomi i compliment­i. ‘ Sei bravo, vedo come lavori’. Poi mi ha parlato del caso di Dall’Osso e di cosa ne pensassi. Sembrava quasi un colloquio di lavoro, con toni e termini aziendali. Ho capito che voleva arrivare a farmi una proposta, e ho sviato volutament­e il discorso”.

E nell’ultima settimana di colloqui del genere ce ne sono stati diversi. Finiti talvolta con un caffè in buvette, con contorno di frasi am- bigue sul prossimo futuro politico. Ed è la conferma di uno schema, perché a ogni forzista è stato chiesto di fare da tutor a un grillino con cui ha fatto conoscenza, preferibil­mente in commission­e. E di provare a blandirlo, convincend­olo che questo governo durerà poco. Però la tela di Fi non si snoda solo così. Raccontano di non meglio precisate telefonate da Milano, ad alcuni parlamenta­ri, per invitarli a eventi o comunque per stabilire contatti.

DIRETTE anche a eletti nei collegi uninominal­i, teoricamen­te più permeabili perché saliti solo all’ultimo mo- mento sul carro del Movimento. Ma le vie del corteggiam­ento forzista non finiscono qui. Perché Fi e Berlusconi restano simboli difficilis­simi da deglutire, anche per i 5Stelle più tiepidi o di nuovissimo conio. Così oltre ai forzisti eletti sono entrati in campo anche ex parlamenta­ri, non solo di Fi. E- sponenti dell’Udc o di altre schegge del mondo s imil-democristi­ano, richiamati in missione, sempre per conto di Silvio.

NARRA un altro deputato a 5Stelle, un veterano: “Un ex collega della mia regione mi ha spiegato per almeno un quarto d’ora che è tempo di creare un gruppo di responsabi­li in Parlamento, per cambiare maggioranz­a evitando però un nuovo voto. E non ha usato giri di parole, mi ha detto chiarament­e perché era seduto su quel divanetto assieme a me”. Ed è il ritorno di un grande classico dell’era berlusconi­ana, i

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Ansa/LaPresse Il fondatore Silvio Berlusconi all’evento a Roma contro la manovra, due giorni fa
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