Metodo Dall’Osso: incontro con B., intervista (e film)
La settimana del deputato che la Polverini ha portato a palazzo Grazioli
responsabili. Una variabile del gioco, che in Senato si fa più delicato. Perché a Palazzo Madama la maggioranza ha solo sei voti di margine, a cui si aggiunge qualche ex M5S che solitamente vota in linea con il governo.
NON A CASO , nel gruppo grillino a Palazzo Madama hanno fatto una serie di colloqui di verifica. E il responso è che il gruppo tiene. “Fi non può davvero prendersi i nostri” è la convinzione. E qualche controllo è in corso anche alla Camera, dove i vertici hanno ricevuto molte segnalazioni. “Ma noi siamo tranquillissimi” assicura il vicecapogruppo dei 5Stelle a Montecitorio, Francesco Silvestri. Che non pare scomporsi: “Non vedo dove sia la novità in questa vicenda, visto che questo è sempre stato l’atteggiamento di Forza Italia, la cultura dei berlusconiani. Dato che non hanno più voti o idee provano a crescere in Parlamento in questo modo”.
E a seminare, come teorizza un testimone di un altro partito: “Berlusconi spera che il governo vada in crisi con le Europee. E aspetta, fiducioso”. Perché certi sorrisi e certi discorsi sono una promessa. Per il futuro.
Luogo e ora dell’a p p un t amento li racconta Renata Polverini a Il Tempo: giovedì alle 18.30, palazzo Grazioli. La durata dell’incontro la nota ancora lei, mediatrice tra le parti, a chi le ha parlato il giorno dopo: un’ora e mezza. Novanta minuti che a Silvio Berlusconi sono serviti per fare gol. E che gol. Lo annuncia il mattino dopo, venerdì, Il Giornaledi famiglia: il deputato Matteo Dall’Osso lascia i 5 Stelle e passa a Forza Italia.
PER COMPRENDEREil “capolavoro”, così lo chiamano, che ha portato in 96 ore un volto simbolo del Movimento tra le braccia del nemico giurato, bisogna tornare a domenica scorsa, nell’aula della commissione Bilancio di Montecitorio.
Sono le 19.30. Il presidente Claudio Borghi comunica, tra le altre cose, che il gruppo M5S sottoscrive due emendamenti alla manovra presentati dal collega Dall’Osso. Entrambi riguardano la disabilità, tema assai caro al deputato affetto da sclerosi multipla. Firma gli emendamenti anche mezza Forza Italia, compresa la Polverini. Con Dall’Osso c’è anche tutto il gruppo Pd.
All’una di notte la relatrice, la leghista Silvia Comaroli, chiede ai firmatari di ritirare gli emendamenti e annuncia, in caso contrario, parere negativo del governo. Boschi, Serracchiani e Polverini chiedono all’esecutivo di ripensarci. È a quel punto che il 5 Stelle Davide Tripiedi prova a fare da paciere: non servono strumentalizzazioni, dice, le questioni care a Dall’Osso verranno affrontate in un altro provvedimento. Enza Bruno Bossio, anche lei Pd, fa notare il paradosso: sono loro a di- fendere dai grillini il collega con cui ci sono stati così tanti “contrasti”.
Ha ragione. Solo ad agosto, Dall’Osso aveva avuto uno scontro piuttosto acceso con la stessa Boschi. Lei se l’era presa con il governo che aveva istituito un ministero ad hoc per la disabilità, lui le aveva cordialmente fatto notare: “Finora nessuno ci ha cagato di striscio e adesso vi lamentate: ma andatevene affanculo”. Era già successo due anni prima con Maurizio Gasparri, oggi suo collega di partito, reo di una “battuta disgustosa”: “Questo è il Family day non l’handicappato day”, disse l’allora vicepresidente del Senato. “Io, che sono handicappato – gli rispose Dall’Osso - le assicuro che sono capace di mandarla affanculo”.
Domenica, di parole grosse non ne volano. Dall’Osso, in silenzio, abbandona i lavori della commissione: Boschi sostiene che l’abbiano costretto, Borghi smentisce. Lunedì il deputato torna alla carica e chiede al governo di cambiare idea almeno su uno dei due testi, quello che prevede la revisione delle banche dati per l’accesso dei disabili alle Ztl. Si autoregistra in un video: “Non lasciatemi solo – dice ai colleghi M5S - Faccio conto sulla mia parte empatica per farvi notare queste incongruenza: regalate, anzi date – si corregge, ndr– soldi ai cittadini che non lavorano e non pensate a chi non può lavorare. Se il governo mi vuol votare contro, me lo deve spiegare. Siamo stati eletti al motto di nessuno deve rimanere indietro”. A quel punto il sottosegretario Claudio Durigon propone di accantonare la questione: Dall’Osso è soddisfatto, lo vede come il primo passo di un ripensamento. Sono le 16.20.
MARTEDÌ la commissione torna a riunirsi. E a sera, respinge la proposta del deputato: lui dice di averlo appreso dai resoconti di Montecitorio. Mercoledì è nero: alcuni colleghi lo incontrano, lui nemmeno li saluta. Prova a contattare Luigi Di Maio, che – sostiene – non gli dà udienza. Renata Polverini gli è vicina: sono amici da tempo, è lei che gli ha regalato il bastone che lo aiuta a camminare. “Mi ha chiesto lui di organizzare l’incontro”, dirà la deputata forzista che, giovedì, lo accompagna nella residenza romana di Silvio Berlusconi. Chissà se avrà raccontato anche a lui di quel progetto - su cui ancora nei giorni scorsi aveva chiesto lumi ai big del Movimento - di realizzare un film sulla sua vita. Il primo sipario, l’ex Cavaliere gliel’ha aperto all’hotel Ergife: “Quando pubblicai la mia storia on line – ha detto Dall’Osso dal palco della convention di Forza Italia – il Movimento neanche esisteva. E adesso, spintaneamente, sono uscito”.
Quando pubblicai la mia storia on line il Movimento neanche esisteva. E adesso, spintaneamente, sono uscito
MATTEO DALL’OSSO