Noi e i ragazzi: adesso espelleteci tutti
Parte da Bologna la campagna contro la legge sulla Sicurezza
Sono
bastati un comunicato su Facebook e una pagina di pubblicità su Il Manifesto per risvegliare una società civile che, fino all’ultimo, aveva sperato nella cancellazione del decreto n. 113/2018 sul tema dell’immigrazione. La promulgazione della legge Salvini non ha scoraggiato un gruppo di famiglie bolognesi che ospitano dei ragazzi africani arrivati in Italia da minorenni e che, nel giro di poche ore, ha reagito così: “Non metterete in pericolo la vita e la felicità di ragazzi che parlano italiano, lavorano, studiano, vogliono vivere e amare nel nostro paese. Questo decreto è ignobile e noi lo combatte- remo in tutte le sedi, dalla Corte Costituzionale fino alla Corte Europea di Strasburgo. Se vorrete cacciare questi preziosi giovani dovrete farlo espellendo anche noi”.
LE “FAMIGLIE ACCOGLIENTI” sono quelle che avevano partecipato a un progetto del Comune di Bologna partito tre anni fa: 9 mesi in una famiglia per migliorare l’integrazione dei ragazzi, poi rimasti nelle famiglie italiane. Ora i combattivi bolognesi non intendono rinunciare a questi nuovi figli venuti da lontano e definiscono il decreto Salvini “una legge palesemente incostituzionale e produttrice di insicurezza”. Per loro, il definanziamento degli Sprar, i sistemi decentrati di accoglienza diffusa, sopprime proprio lo strumento che aveva garantito condizioni dignitose ai migranti e sicurezza nelle strade: sono i Centri di accoglienza straordinaria, strutture semi carcerarie che impediscono di studiare o lavorare, che creano la marginalità e la piccola criminalità.
Attorno a loro si è formato spontaneamente un movimento nazionale. La casella di posta famiglie.accoglienti.bologna@gmail.com si è rapidamente intasata di messaggi come questi: “Ho letto il vostro appello che condivido in pieno. Come potremmo aiutarvi?” (Napoli). “Vi ringraziamo per la disponibilità”(Genova). “Desidero ringraziarvi e unir- mi a voi come famiglia ospitante che si candida per essere espulsa insieme ai nostri preziosi figli africani” (Bologna).
Una pediatra scrive: “Avrò cura di appendere il manifesto nella sala d'aspetto del mio
ambulatorio a Trieste”. Un gruppo di famiglie di Reggio Calabria offre “tutto il nostro appoggio alla vostra iniziati- va” e chiede di “fare sentire ancora più forte e incisivo il nostro dissenso”.“Aderiamo con profonda convinzione alla vostra lettera. Espellete anche noi” (Milano). “Qui a Roma la situazione è terribile: i ragazzi africani sono lasciati alla vita di strada. Grazie per quello che fate per tutti noi, è importante che ci sia solidarietà per un paese migliore” (Roma). Anche le zone leghiste si muovono. Una famiglia di Gallarate scrive: “Solidali con voi, ci uniamo alla vostra battaglia”. Un cittadino di Varese aggiunge: “In questo momento è importante che ci sia qualcuno che si muove”.
*Professore, Scuola di Economia
e Scienze politiche di Padova