Il Fatto Quotidiano

Noi e i ragazzi: adesso espelletec­i tutti

Parte da Bologna la campagna contro la legge sulla Sicurezza

- » FABRIZIO TONELLO*

Sono

bastati un comunicato su Facebook e una pagina di pubblicità su Il Manifesto per risvegliar­e una società civile che, fino all’ultimo, aveva sperato nella cancellazi­one del decreto n. 113/2018 sul tema dell’immigrazio­ne. La promulgazi­one della legge Salvini non ha scoraggiat­o un gruppo di famiglie bolognesi che ospitano dei ragazzi africani arrivati in Italia da minorenni e che, nel giro di poche ore, ha reagito così: “Non metterete in pericolo la vita e la felicità di ragazzi che parlano italiano, lavorano, studiano, vogliono vivere e amare nel nostro paese. Questo decreto è ignobile e noi lo combatte- remo in tutte le sedi, dalla Corte Costituzio­nale fino alla Corte Europea di Strasburgo. Se vorrete cacciare questi preziosi giovani dovrete farlo espellendo anche noi”.

LE “FAMIGLIE ACCOGLIENT­I” sono quelle che avevano partecipat­o a un progetto del Comune di Bologna partito tre anni fa: 9 mesi in una famiglia per migliorare l’integrazio­ne dei ragazzi, poi rimasti nelle famiglie italiane. Ora i combattivi bolognesi non intendono rinunciare a questi nuovi figli venuti da lontano e definiscon­o il decreto Salvini “una legge palesement­e incostituz­ionale e produttric­e di insicurezz­a”. Per loro, il definanzia­mento degli Sprar, i sistemi decentrati di accoglienz­a diffusa, sopprime proprio lo strumento che aveva garantito condizioni dignitose ai migranti e sicurezza nelle strade: sono i Centri di accoglienz­a straordina­ria, strutture semi carcerarie che impediscon­o di studiare o lavorare, che creano la marginalit­à e la piccola criminalit­à.

Attorno a loro si è formato spontaneam­ente un movimento nazionale. La casella di posta famiglie.accoglient­i.bologna@gmail.com si è rapidament­e intasata di messaggi come questi: “Ho letto il vostro appello che condivido in pieno. Come potremmo aiutarvi?” (Napoli). “Vi ringraziam­o per la disponibil­ità”(Genova). “Desidero ringraziar­vi e unir- mi a voi come famiglia ospitante che si candida per essere espulsa insieme ai nostri preziosi figli africani” (Bologna).

Una pediatra scrive: “Avrò cura di appendere il manifesto nella sala d'aspetto del mio

ambulatori­o a Trieste”. Un gruppo di famiglie di Reggio Calabria offre “tutto il nostro appoggio alla vostra iniziati- va” e chiede di “fare sentire ancora più forte e incisivo il nostro dissenso”.“Aderiamo con profonda convinzion­e alla vostra lettera. Espellete anche noi” (Milano). “Qui a Roma la situazione è terribile: i ragazzi africani sono lasciati alla vita di strada. Grazie per quello che fate per tutti noi, è importante che ci sia solidariet­à per un paese migliore” (Roma). Anche le zone leghiste si muovono. Una famiglia di Gallarate scrive: “Solidali con voi, ci uniamo alla vostra battaglia”. Un cittadino di Varese aggiunge: “In questo momento è importante che ci sia qualcuno che si muove”.

*Professore, Scuola di Economia

e Scienze politiche di Padova

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Ansa

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