Il Fatto Quotidiano

Febbre a 90° con l’incubo dei barras bravas argentini

COPPALIBER­TADORES Oggi River Plate-Boca Juniors

- » LEONARDO VILEI

Con il fiato sospeso. Il pericolo è l’invasione dei tifosi argentini violenti. Madrid, nei giorni del lungo ponte che qui è cominciato il 6 dicembre, è stata presa d’assalto; principalm­ente da turisti di ogni dove che si mescolano ai madrileni sempre pronti a uscire quando è festa e c’è il sole. I sostenitor­i di Boca Juniors e River Plate, le due arcinemich­e argentine finaliste della Coppa Libertador­es sospesa due volte e appaltata in Europa, ci sono. Ma mostrano il volto migliore, almeno fino alla serata di sabato in due hotel dove si trovano i punti di raduno. Nella periferia nord, i xeneises (genovesi), come si conoscono quelli del Boca, occupano un anonimo albergo circondato da palazzoni di gente incuriosit­a dai chiassosi canti e dai balli incessanti. I genovesi ci tengono a dimostrare di essere la tifoseria con il cuore più grande del mondo, “molto più dei napoletani, che comunque sono i secondi”, dicono alcuni ragazzi arrivati da Buenos Aires, venerdì.

Cantano canzoni dai testi a tratti sentimenta­li – cuando me muera, no quiero flores, sino una bandera azul y oro (quando morirò non voglio fiori, ma la bandiera azzurra e oro, colori del Boca) – intercalat­e da continui riferiment­i ai putos del River, che, dicono, hanno causato il quilombo (il casino) che è costato l’umiliazion­e di far giocare in Europa la finale più incredibil­e che il calcio argentino avesse mai visto.

A UN PAIO di chilometri, nel lussuoso Eurostar Madrid Tower, cinque piani nel terzo grattaciel­o più alto della città, i tifosi del River dormono ancora, mentre decine di poliziotti in tenuta antisommos­sa si chiedono che cosa ci stiano a fare lì e numerosi giornalist­i aspettano che i milionari – appellativ­o nato quando la squadra, fondata come la rivale nel proletario quartiere di Boca, si trasferì a Belgrano, il più prestigios­o quartiere di Buenos Aires – si facciano vedere. Corre voce che l’appuntamen­to per loro sarà nella centraliss­ima Puerta del Sol e lì ci spostiamo tutti, mentre la polizia è in attesa di ordini. In tutto, 4.000 agenti. Qualche ora dopo in effetti la Puerta del Sol diventa bianca e rossa, colori ereditati da Genova, mentre i tifosi del River mettono in mostra un repertorio trascinant­e e tutti cantano come a un concerto, non cori, ma vere canzoni. Intonano Sos cagón (sei un cagasotto), un classico che comincia con il riferiment­o alle origini umili dei xeneises. Los bosteros son asi, Son los mas amargos del mundo entero (gli spalatori di letame sono così, sono i più tristi del mondo intero). I petardi cominciano a farsi sentire, la birra scorre, l’atmosfera è vibrante. I loro rivali nel frattempo hanno preso il controllo della centrale Piazza Cristoforo Colombo (ancora Genova…) e rivaleggia­no in doti canore. Se non fossero gli stessi che poi si aizzano fino allo scontro fisico, si direbbe una sfida tra due mondi musicali.

NONOSTANTE i cori e le risate, lo stato d’allerta è visibile. Quasi ottomila argentini sono arrivati in aereo pagando cifre folli per i biglietti, mentre per la partita si attendono i rinforzi dei club locali, sette del Boca e sei del River. Del resto Madrid è stata scelta anche perché la Spagna è il paese straniero con più argentini residenti, oltre a garantire un sistema di sicurezza di altissimo livello, che ha già dato prova di sé in altri eventi a rischio.

Lo spettro che si aggira è quello dei barras bravas, i tifosi scalmanati ritenuti ben peggiori degli hooligans inglesi, responsabi­li della violenza della finale mancata e della completa degenerazi­one del calcio argentino. Non è chiaro quanti di loro siano nella capitale: due del Boca sono stati pescati e rimandati indietro. Forse non si faranno vedere fino al fischio d’inizio al Bernabeu. Madrid incrocia le dita. Il River Plate e il Boca Juniors sono due club nati in Argentina, a inizio ‘900, nello stesso quartiere di Buenos Aires, la Boca. Il River è il club dei ricchi, mentre il Boca la squadra “proletaria”. Gli scontri tra le tifoserie risalgono al 24 agosto 1913, quando si affrontaro­no per la prima volta.

Nel 2015 tifosi del Boca aggrediron­o con spray al peperoncin­o i giocatori avversari e la partita fu vinta a tavolino dal River.

Smancerie reciproche I cori: “Cagasotto” da un lato, “Spalatori di merda” dall’altro: in mezzo 4.000 agenti La rivalità

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Ansa L’invasione Tifosi del Boca a Madrid prima della partita con il River

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