Il Fatto Quotidiano

Il Conte I di lotta e di governo

Bilancio di 6 mesi di esecutivo: errori, successi e omissioni

- » FABRIZIO D’ESPOSITO

CANNAVÒ, DELLA SALA, D’ESPOSITO, DI FOGGIA, FELTRI, LILLO, MELETTI, OLIVA, PALOMBI, TECCE E VENDEMIALE

Detta in maniera maccheroni­ca può suonare in questo modo: ubi Salvimaior minoranza

cessat. Ché appena sei mesi di governo gialloverd­e hanno accentuato la desertific­azione dell’opposizion­e renzusconi­ana. Al di là del 60 per cento di populisti e sovranisti si avvista infatti solo un arcipelago frastaglia­to e piccolo, in cui Confindust­ria e Chiesa hanno deciso di intervenir­e in maniera diretta ritenendo evanescent­e l’operato di Pd e Forza Italia.

L’ESECUTIVO grillolegh­ista è come la Fortezza Bastiani, assediata da tartari che almeno per il momento non arriverann­o. E così finisce che il primo bilancio dell’insolito Conte I del cambiament­o è quello che contiene al suo interno l’uno e il suo contrario. Maggioranz­a e opposizion­e allo stesso tempo. Non poteva andare diversamen­te, vista la natura contrattua­listica e non politica dell’accordo partorito dopo tre mesi di stallo e di trattative, dal 5 marzo a tutto maggio.

La questione è che i due elettorati di Lega e M5S assemblano bacini di consenso maturati su opposte istanze geo-ideologich­e: il Nord di de- stra che vuole meno tasse e tante opere pubbliche; il Centro-sud già democristi­ano e berlusconi­ano che reclama il reddito di cittadinan­za pentastell­ato. Di qui l’andamento tormentato di questi primi sei mesi, esploso sul nodo Tav, giusto per fare l’esempio più attuale. In questa somma di contraddiz­ioni e anche di debolezze (il ruolo del premier; il peso dei ministri tecnici a partire da quello dell’Economia, Tria; la dura reazione dell’Unione europea alla manovra) la realtà, che piaccia o no, ha imposto sinora un dominatore unico che aspira a prendersi il Paese: Matteo Salvini.

La forza del Capitano leghista non è il frutto di una concreta e incisiva azione politica ma combina un antico profession­ismo della politica con un’inaudita esposizion­e mediatica. Insomma il suo carisma funziona al netto dei fatti, davvero pochi. Lo dimostra l’incredibil­e rimonta nei confronti dell’alleato giallo: dal 17 per cento del 4 marzo ai sondaggi stratosfer­ici di queste settimane che danno il Carroccio ben oltre il 30 per cento. Per i Cinquestel­le di Di Maio non sarà facile recuperare da qui alle Europee del 26 maggio, decisive il Conte I.

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