Il Fatto Quotidiano

Tanta Cig per le crisi industrial­i, la Lega frena la lotta al precariato

- CARLO DI FOGGIA

Dopo le grandi opere, il tema lavoro è il più divisivo tra gli alleati. M5S è più vicino alle istanze di sinistra, la Lega a quelle di flessibili­tà delle imprese, specie del nord. Eppure il primo provvedime­nto concreto è stato il decreto dignità. Non è una rivoluzion­e ma è il primo di sinistra sul lavoro da oltre dieci anni. Il tetto ai rinnovi e il ritorno delle causali hanno smontato il decreto Poletti che ha fatto esplodere gli occupati a termine. Gli effetti si vedranno nei prossimi mesi ma la Lega già spera di cambiarlo, pressato da imprese e agenzie interinali. Ogni cosa è frutto di questa mediazione tra interessi agli antipodi. I 5Stelle hanno dovuto archiviare l’idea di ripristina­re il jobs act e ingoiato i nuovi voucher, ma hanno fermato l’idea del Carroccio di rivedere la legge sul caporalato. L’innovativo progetto di un contratto dei ciclofatto­rini è affidato a un tavolo imprese-sindacati che non decolla (il governo farà una proposta dopo Natale). La riforma delle politiche attive (evitata dal jobs act) è affidata al Reddito di cittadinan­za e allo sviluppo dei centri per l’impiego. Per ora il governo si è limitato a prorogare il bonus giovani e ha ripristina­to la Cassa integrazio­ne per cessazione eliminata dalla riforma renziana. Gli è tornata utile per le crisi più grosse, da Bekaert a Pernigotti, ma le vertenze sono decine. Chiuso lo psicodramm­a Ilva con un buon accordo, resta lo stallo Alitalia, con i suoi 12 mila dipendenti.

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