Ok ai Giochi e guerra al Coni: svuotato il potere di Malagò
Il governo è entrato a piedi uniti sul mondo dello sport: pur senza un ministero vero e proprio, in sei mesi il sottosegretario Giancarlo Giorgetti (col supporto del 5 Stelle Simone Valente) ha gettato le basi per una rivoluzione. A partire dall’attacco al Coni e al potere di Giovanni Malagò, promesso nel contratto di governo e subito mantenuto: la riforma inserita in manovra svuota il Comitato olimpico per dare il 90 per cento dei fondi pubblici in mano a una nuova partecipata statale, controllata da Palazzo Chigi. Tra polemiche e incontri, proseguono le trattative per definirne l’attuazione.
Prima era arrivato il sì alle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina (senza Torino): un punto per la Lega, che ha convinto il M5S ad accantonare l’ostilità ai Giochi. Giorgetti ha regalato un mini-condono alle società dilettantistiche (alla fine la dichiarazione integrativa è saltata, resta la rottamazione delle cartelle). Ed è arrivato persino ad occuparsi di calcio e del caos ricorsi in Serie B: solo una minaccia, visto che il decreto non è poi stato convertito (la giustizia sportiva per ora mantiene la sua autonomia). La prossima misura ( insieme al ministro dell’Istruzione Bussetti) sarà l’introduzione dei maestri di educazione fisica nella scuola elementare.