Il Fatto Quotidiano

Conte non sarà De Gasperi, ma per ora è insostitui­bile

- » ANTONIO PADELLARO

Ma

se Giuseppe Conte fosse stato il personaggi­o così insulso, inconsiste­nte, senza arte né parte descritto (e deriso) dai molti antipatizz­anti (per partito preso) della maggioranz­a gialloverd­e, pensate davvero che Sergio Mattarella gli avrebbe dato l’incarico di formare il governo, senza eccepire alcunché? Che l’uomo del Quirinale (come del resto il predecesso­re Giorgio Napolitano) sia oltremodo geloso delle prerogativ­e costituzio­nali che attengono alla nomina di premier e ministri, è risaputo.

dal caso di Paolo Savona, il professore indicato da Lega e 5stelle come ministro dell’Economia e, dopo non poco trambusto, retrocesso dal Colle (per certi suoi scritti anti-euro) ai più inoffensiv­i rapporti con l’Europa. Senza contare che se fossero emerse reali perplessit­à da parte di Mattarella, a sconsiglia­re in origine la candidatur­a a palazzo Chigi dell’avvocato di Volturara Appula avrebbe sicurament­e provveduto il segretario generale della presidenza Ugo Zampetti. Forte dei buoni rapporti stabiliti con Luigi Di Maio nei tempi in cui Zampetti era segretario generale della Camera e il giovane figlioccio di Beppe Grillo faceva scuola guida alla vice- presidenza di Montecitor­io. Se l’uomo del Colle ha detto sì è perché ha subito visto (o intravisto) in Conte le qualità giuste per svolgere un compito senza precedenti nella lunga storia repubblica­na. Un presidente del Consiglio non votato direttamen­te dagli elettori (e questo si era già visto: da Monti, a Letta, a Renzi, a Gentiloni). Con accanto due vice, Di Maio e Matteo Salvini, indiscussi azionisti di maggioranz­a dell’esecutivo (già visto anche questo nella Prima Repubblica: il governo De Mita- Craxi affidato all’invisibile Giovanni Goria). Venuto dal nulla e completame­nte sconosciut­o ai più

(caso di cui non si ricordano precedenti). Chi doveva conoscerlo però lo conosceva. Il fatto che il professore avvocato Conte fosse, diciamo così, assai stimato (tenuto in palmo di mano, sostiene più di qualcuno) da Piero Guido Alpa – autorevole giurista, fondatore di un importante studio crocevia di potere e relazioni – faceva già di per sé curriculum (e senza ulteriori imbelletta­menti). Conte sa di non essere De Gasperi ma nel corso del tempo ha saputo trovare una sua dimensione. Utile e, forse, al momento insostitui­bile. Garante del Contratto. Uomo di mediazione. Stile garbato, spendibile a livello internazio­nale (anche per la familiarit­à con la lingua inglese, dote non così comune tra i politici di profession­e). Il profilo giusto per trattare con la Ue un (onorevole) compromess­o sulla manovra. Negoziato che svolge tenendosi continuame­nte in contatto con la coppia dante causa ( che lo ha mandato avanti come vittima sacrifical­e di un possibile fallimento). E con il ministro Tria. E con il Quirinale. Esce dalle riunioni. Telefona. Prende appunti. E torna dentro. Da avvocato del popolo a parafulmin­e. Un duro mestiere. Ma qualcuno deve pur farlo.

Da avvocato del popolo a parafulmin­e per i dante causa leghisti e grillini: un duro lavoro eppure qualcuno dovrà pur farlo

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