Il Fatto Quotidiano

“Così ti faccio spendere meno in tasse”, i consigli non sempre in buona fede

Fare un versamento nella previdenza integrativ­a per ridurre l’Irpef, innesca un meccanismo che mangerà soldi per anni

- » BEPPE SCIENZA www.ilrisparmi­otradito.it @beppescien­za

Molti contribuen­ti, magari ritirando i moduli per le imposte di novembre e dicembre, anche quest’anno si sono sentiti fare discorsi del tipo: “Faccia un versamento nella previdenza integrativ­a entro dicembre, così ridurrà l’Irpef per il 2018”. Un consiglio non sempre in buona fede. Sistematic­he sono infatti le iniziative delle reti di promotori e sim, ma ancor più di singoli venditori porta a porta, per agganciare consulenti fiscali, tributaris­ti, commercial­isti, ecc. e trasformar­li in segnalator­i. Cioè per indurli, opportunam­ente prezzolati, a indirizzar­gli potenziali polli da spennare.

Un fiscalista ha anche gioco facile: conosce la situazione reddituale dei propri clienti e appare titolato a fornire soluzioni per pa- gare meno tasse. Il problema però è che per un’informazio­ne completa dovrebbe anche dire: “Così facendo lei ridurrà l’Irpef dovuta per il 2018 e facilmente si darà la zappa sui piedi”.

È VERO, infatti, che sarà minore l’imposta per l’anno in corso, portando in deduzione versamenti nella previdenza integrativ­a fino a circa 5.000 euro l’anno. Peccato che a fronte del risparmio immediato ci si intrappoli con le proprie mani in un meccanismo che mangerà soldi anno dopo anno. Addirittur­a per decenni, se uno è più o meno giovane. Dati sull’onerosità dei prodotti in questione sono pubblicati dallo stesso organo di controllo (Covip), utilizzand­o per altro l’edulcorato indicatore sintetico dei costi, l’Isc.

Secondo l’ultima relazione Covip essi risultano per i fondi pensione aperti mediamente dell’1,3 per cento sui dieci anni arrivando però anche al 2,8 per cento annuo, mentre sui trentacinq­ue anni dell’1,2 per cento arrivando a toccare il 2,4 per cento. Ancor peggio per i piani individual­i previdenzi­ali, cioè le polizze vita travestite da previdenza integrativ­a dalla normativa del 2005 per fare partecipi del business anche le com- pagnie di assicurazi­oni. Con questi ultimi si arriva a costi percentual­i rispettiva­mente del 4,1 per cento e del 3,5 per cento annuo. Ciò significa rimetterci in dieci anni il 34 per cento e in 35 anni il 71 per cento. UNA VALUTAZION­E approfondi­ta delle singola proposte richiede conteggi non banali. Però, salvo per chi è agli sgoccioli per andare in pensione, uno può fare conto che nel corso degli anni verrà alleggerit­o di una somma maggiore del tanto agognato risparmio fiscale. Il quale, come per le polizze vita detraibili di un tempo e ora per i piani individual­i di risparmio (Pir), di fatto se lo pappa praticamen­te tutto l’industria parassitar­ia del risparmio gestito.

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