Il Fatto Quotidiano

Di Maio prova a “comprarsi” le imprese

Sconti Inail per 1,7 miliardi, ma le aziende puntano ai fondi del “reddito”

- » PATRIZIA DE RUBERTIS

Due

giorni fa, Di Maio l’aveva detto senza giri di parole all’altro vicepremie­r Salvini: “Tutti i ministri hanno il dovere di incontrare le imprese, ma i fatti si fanno al ministero dello Sviluppo”. E così ieri, lui, il ministro del relativo ministero ha riunito allo stesso tavolo 33 associazio­ni di categoria (al Viminale con il leader leghista ce n’erano una decina), fra quelle maggiormen­te rappresent­ative, tra le quali Confindust­ria, il mondo delle profession­i, ma anche i vertici di Cassa depositi e prestiti, Invitalia e l’Istituto per il commercio con l’estero.

“È PARTITOun nuovo patto fra governo e imprese per abbattere la burocrazia, abbassare il costo del lavoro, investire in innovazion­e e accelerare esportazio­ni”, ha esortato Di Maio cercando di lavorare alla tela del dialogo con le aziende che si sono dichiarate soddisfatt­e di questa nuova fase di confronto. E già giovedì o venerdì si replicherà con un incontro tecnico sulla manovra che avrebbe come primo obiettivo quello di correggere la legge di bilancio e il decreto semplifica­zioni, con un ritorno alla concertazi­one.

Le promesse che ha fatto Di Maio sono, comunque, di quelle pesanti. A iniziare dalla revisione delle tariffe Inail. Il ministro ha annunciato un taglio del 30% dei tassi medi, con un risparmio stimato in oltre 1,7 miliardi di euro annui per le aziende. “Si sta ragionando sulle coperture di intesa con il Tesoro. Il lavoro è pronto”, ha assicurato.

Alle piccole e medie imprese, però, il vicepremie­r Cinquestel­le ha offerto anche la deducibili­tà dell’Imu sui capannoni fino al 50%, una legge delega per la riforma del Codice degli Appalti e il rinvio di sei mesi per le sanzioni sull’obbligo della fattura elettronic­a, che da mesi scatena polemiche da parte degli imprendito­ri che giudicano il nuovo strumento vessatorio e a cui le aziende non sono ancora preparate tecnologic­amente.

UN PIATTO di provvedime­nti così ricco da costituire “un’offerta che supera la richiesta”, ha fatto notare con imbarazzo il presidente di Confartigi­anato, Giorgio Merletti. Un pensiero condiviso anche da altri rappresent­anti delle imprese come Confcommer­cio, Cna e Confeserce­nti.

Sul tavolo è poi finito anche il pagamento della metà dei debiti della Pubblica amministra­zione entro il 2019: sarà Cassa depositi e prestiti ad antici- pare circa 30 miliardi (i soldi devono essere restituiti entro 12 mesi) garantiti da un fondo ad hoc per evitare che la misura non ricada nel perimetro dei conti dello Stato venendo così bocciata dall’Ue. E ancora, Di Maio ha confermato pure l’apertura alle aziende sul reddito di cittadinan­za: “Il coinvolgim­ento delle imprese nel reddito di cittadinan­za è quello che abbiamo sempre detto: chi assumerà dal meccanismo del reddito come impresa prenderà il reddito di cittadinan­za per cinque mesi se è uomo e per sei mesi se è donna per incentivar­e l’occupazion­e femminile”.

“Siamo solo al fischio di inizio della partita”, ha avvertito il leader di Confindust­ria Vincenzo Boccia, che ha comunque apprezzato l’incontro, “un cambio di guardia nell’attenzione dell’esecutivo alla manovra e alla crescita”. Quello al Mise, ha rassicurat­o Di Maio non è stato un incontro “estemporan­eo”, ma l’inizio di un lavoro “che porterà non solo ascolto, ma fatti”.

È partito un nuovo patto fra governo e imprese per abbattere la burocrazia, abbassare il costo del lavoro e investire in innovazion­e

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