Le due idee di Europa tra cui scegliere
▶IN QUESTI GIORNI
di negoziati sulla legge di Bilancio, si è diffusa la percezione che ci sia un confronto tra l’Italia e una monolitica Unione europea. In realtà ce ne sono due ben distinte che si confrontano. Lo schema lo ha riassunto Marco Buti, direttore generale della Commissione per l’Economia e la Finanza (è il tecnico che vaglia la manovra) in una sua lezione a Roma. La prima Europa si regge sull’asse Germania-Olanda e vuole il “ritorno a Maastricht”, cioè al 1992 e queste sono le sue tavole della legge: 1) Regole più stringenti per ridurre debito e deficit; 2) Procedure che sanzionano gli squilibri e stimolano la competitività dei Paesi; 3) Unione bancaria senza assicurazione comune dei depositi; 4) Fine dello status privilegiato dei titoli di Stato oggi considerati a rischio zero nei bilanci delle banche così da dare più potere ai mercati di imporre disciplina fiscale ai Paesi; 5) Meccanismi di ristrutturazione del debito automatici in caso di crisi. A questa Europa si contrappone quella che vuole “una unione monetaria federalista” (capofila la Francia). E questi sono i suoi punti: 1) Distribuzione degli sforzi fiscali tra Paesi, conta la situazione contabile aggregata non quella individuale; 2) Aggiustamenti simmetrici per aiutare i Paesi deboli e ridurre i surplus commerciali di quelli forti (Germania); 3) Unione bancaria piena con assicurazione dei depositi; 4) Capacità fiscale per condividere i rischi e il debito sovrano; 5) Un ministero del Tesoro dell’Eurozona.
Le posizioni estreme resteranno soltanto su carta. Ma c’è un negoziato aperto, bisogna decidere quale sarà il compromesso e, soprattutto, in quale ordine si faranno le riforme necessarie per raggiungerlo. Attaccare “l’Europa” in generale significa non partecipare alla discussione. E l’Italia, in questo momento, non partecipa e lascia che le regole vengano tarate proprio per ridurre al minimo la nostra influenza (e pericolosità in caso di crisi). Meglio cambiare approccio subito.