Il Fatto Quotidiano

Auto inquinanti, è giusto far pagare di più. Ma per gradi

- » PETER GOMEZ

Ascanso di equivoci, una cosa è bene dirla subito: è giusta l’idea di far pagare di più, al momento dell’acquisto, le auto più inquinanti rendendo invece più convenient­i, grazie agli incentivi statali, quelle ibride o elettriche. Sistemi simili di bonus e malus esistono in tutto il mondo. E sempre sono risultati decisivi per avvicinare i cittadini a una mobilità maggiormen­te sostenibil­e. Ma se, in un momento in cui di soldi in cassa non ce ne sono, è perfettame­nte condivisib­ile il progetto di finanziare l’ibrido e l’elettrico rendendo più care le auto che producono più smog, sono invece sbagliate le modalità con cui il governo ha deciso di procedere. Oggi le utilitarie poco o per niente inquinanti sono poche. Sul mercato esistono tanti modelli ibridi che costano più di 25mila euro e solo un paio che costano meno di 20mila. E anche se si guarda al metano o al gpl è possibile rendersi conto di come l’offerta sia assai limitata. Anche per questo chi vuole (o può) spendere meno degli altri per ora ha difficoltà a farlo.

COME COMPORTARS­I allora per cercare di cambiare in tempi rapidi il parco auto italiano, considerat­o tra i più vecchi e inquinanti d’Europa? La soluzione c’è ed è abbastanza semplice. Bisogna andare per gradi. Da subito vanno tassate al momento dell’acquisto solo le macchine a gasolio o benzina più lussuose. Più avanti, probabilme­nte già tra un paio d’anni, non appena sul mercato compariran­no nuove utilitarie a basso impatto ambientale, la tassa andrà estesa a tutti i modelli. Avere un po’ di pazienza non guasta. Per il momento a finanziare gli incentivi ci penseranno le imposte sulle macchine più grandi. Destinate a un pubblico che non bada troppo al portafogli­o. Chi spende più di 50 mila euro per acquistare un’auto tedesca o di super-lusso lo farà egualmente anche se si dovesse trovare a sborsare due, tremila, quattromil­a euro in più. Detto in altre parole: ti vuoi comprare una Porsche? Non c’è problema. Ma devi ricordare che allo stesso prezzo, o anche a meno, ti puoi prendere una Tesla che a parità di cavalli e prestazion­i non danneggia l’ambiente. Ma non basta. Perché è pure possibile pensare di riformare il superbollo legandolo non tanto o solo alla potenza, ma anche al tipo di propellent­e utilizzato e all’inquinamen­to. Mentre la tassa di proprietà, come già avviene in alcune regioni, va azzerata nei confronti dei veicoli elettrici e ridotta in base alle emissioni: meno inquini e meno paghi.

Lo stesso principio va poi applicato sulle autostrade. Sappiamo tutti quale tipo di scandalosi profitti si siano intascati in questi anni i concession­ari. Bene, è il caso che questi imprendito­ri restituisc­ano qualcosa alla collettivi­tà con tariffe ridotte per chi guida auto non inquinanti (il parlamento europeo lo ha per ora previsto solo per tir e bus). Decidere di farlo è obbligator­io. Perché lo smog ha un costo sociale altissimo. Secondo alcune ricerche ogni anno in Italia, 90 mila persone muoiono prematuram­ente a causa di quello che respirano. Ad ammazzarle, ci informa Repubblica, sono in prevalenza le polveri sottili (66.630 morti) seguite da altri veleni come diossido d’azoto (21 mila decessi) e ozono. Certo, solo una parte di queste sostanze è prodotta dal traffico. Ma è una parte importante. Per questo in pianura Padana i blocchi alle auto sono all’ordine del giorno e vi sono regioni, come la Lombardia, che hanno già dichiarato fuori legge i diesel euro 3 e fra un anno faranno lo stesso con gli euro 4. Ma è poco, troppo poco. Perché il tempo stringe e la gente muore.

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