Il Fatto Quotidiano

“Sul Terzo Valico era troppo tardi. I pedaggi ai caselli ora scenderann­o”

Danilo Toninelli Il ministro dei Trasporti spiega perché ha dato il via libera alla ferrovia anche se l’analisi costi-benefici era negativa

- » STEFANO FELTRI

Ministro Toninelli, avete deciso di confermare il progetto del Terzo Valico nonostante l’analisi costi-benefici sia negativa: anche contando i lavori già fatti e le penali, in tutto circa 2,5 miliardi, non si risparmiav­a di più a fermare comunque i lavori visto che il costo complessiv­o è 6,2 miliardi?

Se concludiam­o i lavori, in 30 anni i costi superano i benefici di 1,5 miliardi. Se fermiamo tutto adesso, oltre a 1,5 miliardi già spesi si aggiungono almeno

1,2 miliardi tra penali e chiusura cantieri.

Se il risultato dell’analisi della commission­e guidata dal professor Ponti fosse stato più negativo avremmo cancellato il progetto.

I critici dicono: sei mesi per tornare al punto di partenza.

I critici hanno iniziato un’opera più di vent’anni fa e ancora non l’hanno finita. Questi mesi di analisi non hanno fatto perdere un solo posto di lavoro o giornata di cantiere. I vostri attivisti locali, contrari da sempre, hanno capito la scelta?

Il ragionamen­to è stato spiegato e compreso. Se fossimo arrivati al governo 5 o 10 anni fa, quando lo stato di avanzament­o era diverso, avremmo fatto altre scelte.

Ora che c’è il via libera sul Terzo Valico caro alla Lega, voi siete più liberi di fermare il Tav Torino-Lione?

Non esiste alcuno scambio politico.

Se l’analisi costi- benefici boccerà il Tav, potreste confermarl­o comunque? L’analisi preliminar­e sarà completata a dicembre, poi dovrò condivider­la con la ministra francese Borne e con la commissari­a Ue Bulc ed eventualme­nte ridiscuter­e l’opera con la Francia.

Un referendum nazionale sul Tav coinvolger­ebbe tutti gli italiani che dell’opera devono pagarne i costi, non solo i piemontesi che ne avranno i benefici. Che ne pensa? Servirebbe una legge costituzio­nale per farlo. Chi invoca il referendum lo sa che ci vorrebbero almeno tre anni? Però lei ha congelato i nuovi appalti Tav fino al termine del 2019.

Chi governava prima ha accumulato anni di ritardi, noi al massimo pochi mesi.

Il “partito del Pil” attacca: non potete dire di no a tutto.

Io voglio fare le grandi opere utili e le cose che hanno maggior impatto su occupazion­e e Pil. L’esatto opposto di cose come il ponte sullo Stretto: mai fatto ma che ci è costato centinaia di milioni. Faremo moltissime opere diffuse sul territorio. Una priorità: la manutenzio­ne delle strade provincial­i, abbandonat­e dopo la riforma Delrio.

Si sente di recepire in qualche modo le proteste di Vincenzo Boccia e della Confindust­ria?

Lo ricevo volentieri ogni volta che vuole per spiegargli le nostre riforme.

Intanto nel settore delle costruzion­i vanno in crisi i grandi gruppi: Astaldi, Condotte, Cmc…

Sto girando molto i cantieri, alcuni importanti come la statale 640 siciliana sono bloccati dai guai di Cmc. Stiamo cercando una soluzione: quanto potrà fare, il governo lo farà. Per il futuro speriamo che in queste grandi imprese contino di più i progetti e i lavori e di meno gli studi legali. Allude al fatto che prima dell’intervento dell’Anac facevano i bilanci con le varian- ti e gli extra-costi contestati al committent­e?

È capitato. Vertenze infinite e cittadini senza opere. Comincia la demolizion­e del ponte Morandi. Quand’è che Genova tornerà alla normalità?

I poteri e i soldi che il governo ha dato a città e commissari­o si stanno trasforman­do in cantieri. La ricostruzi­one inizierà il 31 marzo.

L’ad Castellucc­i lascerà Autostrade per la holding Atlantia. Come valuta questa scelta?

Affari suoi. Dovrà rispondere delle responsabi­lità che ha come ad di Autostrade, ad Avellino come a Genova. Mi preoccupa vedere ad che guadagnano milioni di euro e non fanno bene il loro lavoro. I processi sono in corso. Come fa lei a parlare già di responsabi­lità?

Se gestisci le autostrade, monopolio naturale creato coi soldi dei contribuen­ti, hai responsabi­lità non solo penali ma anche morali e, in senso lato, politiche.

Ogni anno il Tesoro decide quali aumenti concedere ai concession­ari autostrada­li per compensare l’inflazione e remunerare gli investimen­ti. Cosa succederà?

I piani economici e finanziari quinquenna­li da rivedere nell’arco di una durata 40ennale sono di mia competenza. Se ci saranno aumenti dipende però dai piani vigenti. L’articolo 16 del decreto Genova stabilisce che i pedaggi non aumentano più sulla base degli investimen­ti annunciati ma di quelli fatti e certificat­i d a ll ’ Autorità dei trasporti. Questo porterà con tutta probabilit­à un calo dei pedaggi. Toninelli, ci ha fatto scrivere da un avvocato per una vignetta. È permaloso?

Va benissimo la satira. La cosa sbagliata è usare una categoria debole per attaccare me. Prendeteve­la con me, non con i disabili.

I pedaggi inizierann­o a scendere: i rincari ora vengono autorizzat­i solo dopo che il concession­ario ha fatto gli investimen­ti

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