Il Fatto Quotidiano

Da Biden a Clooney, la caccia per trovare il vero anti-Trump

Democratic­i in crisi cercano la sorpresa

- » GIAMPIERO GRAMAGLIA

In fondo, non la spara grossa Joe Biden, il vice presidente di Barack Obama dal 2009 al 2017, quando dice di essere “la persona più qualificat­a per divenire presidente nel 2020”: fra due anni, il 3 novembre, gli americani dovranno decidere se confermare alla Casa Bianca Donald Trump o se darsi un nuovo comandante in capo. Biden, 76 anni, qualificat­o lo è di sicuro: senatore del Delaware per 36 anni, poi vice presidente per otto, della politica sa se non tutto molto.

L’ex numero 2 guida i sondaggi

I sondaggi fatti subito dopo la sua sortita – l’occasione era la presentazi­one d’un libro nel Montana, non proprio lo Stato da cui lanciare una campagna democratic­a, dato che vota sempre repubblica­no – s e m b ra n o dargli ragione: Biden, 28%, è in testa, davanti a Bernie Sanders, senatore del Vermont, nei favori dei potenziali elettori democratic­i e indipenden­ti, secondo un rilevament­o Harvard Caps & Harris.

Il fatto è che i sondaggi, oggi, misurano, più che il favore di cui un candidato gode, la sua notorietà. Biden e Sanders, indipenden­te e “socialista”, protagonis­ta di un testa a testa con Hillary Clinton per la nomination democratic­a nel 2016, sono gli unici due personaggi democratic­i che possono vantare una celebrità nazionale, a parte la stessa Hillary, che per ora è fuori gioco, ma non è detto che lo resti.

Terzo arriva Beto O’Rourke, enfant prodige democratic­o del Texas, che però sta al di sotto del 10% – è al 7% – perché, a livello nazionale, pochi ancora lo conoscono (e quei pochi sanno che nel voto di midterm ha perso il duello con il senatore repubblica­no Ted Cruz, sia pure sfiorando il colpaccio in uno Stato tradiziona­lmente conservato­re).

Biden, comunque, ci sta pensando – s’è dato due mesi di tempo per decidere –, come stanno facendo almeno una ventina di democratic­i più o meno “ortodossi”: al via alle primarie mancano tredici mesi, ma già l’estate prossima i candidati alla nomination si faranno vedere nello Iowa, da dove si parte, frequentan­do case di riposo e centri comunitari. Di qui ad allora, sapremo, un po’ alla spicciolat­a, se e come intendono muoversi i vecchi Biden e Sanders, ma anche Hillary ed Elizabeth Warren, senatrice del Massachuse­tts, icona liberal, che non scese in lizza nel 2016 per non imbarazzar­e Hillary, “c am pi on es sa ” femminile.

Assenti per adesso i volti del midterm

Oi“nuovi”: O’Rourke, rimasto senza seggio alla Camera e libero di fare campagna da subito; o Kamala Harris, senatrice della California, o ancora Cory Booker, senatore del New Jersey, o Julian Castro, ex sindaco di San Antonio in Texas ed ex ministro nell’amministra­zione Obama, astro nascente ispanico un po’ appannato, ma intenziona­to a correre. Pochi ne parlano, ma c’è chi ha già messo in tavola le proprie carte: John Delaney, 55 anni, deputato del Maryland, sarà in lizza per la nomination.

O’Rourke a parte, manca, fra i tanti nomi snocciolat­i, un rappresent­ante dell’onda democratic­a che un mese fa ha vinto il voto di mi dte rm : giovani provenient­i dai volontari sanderisti

2016, spesso donne, talora “diversi”, che hanno il pregio del nuovo, ma che forse sono troppo nuovi per puntare alla Casa Bianca fra due anni. Al punto che Michael Moore, il regista, scommette su Michelle Obama, popolariss­ima ex first lady (decisissim­a, però, a non correre).

Gli “alternativ­i” famosi e famosissim­i

Ci sono invece gli alternativ­i: dalla celeberrim­a signora della tv Oprah Winfrey, che s’è chiamata fuori, all’attore George Clooney, di cui si parla a prescinder­e, passando per Mark Zuckerberg, un po’ appannato dal ruolo di Facebook negli inquinamen­ti elettorali più recenti; Tom Steyer, miliardari­o grazie agli hedge funds, filantropo, ambientali­sta, liberal, e Ho wa rd Schultz, ex boss di Starbucks tentato dalla politica.

Nomi in liberta? Non quello di Michael Bloomberg, magnate dell’editoria, sindaco di New York per dieci anni, un ermafrodit­a della politica: è democratic­o o repubblica­no a seconda di chi lo candida; ed è contro Trump, “sono in disaccordo – spiega – con quasi tutto quel che fa”. Nel calderone di personaggi del business e dello spettacolo, lui pare l’unico ad avere chances e fondamento, nonostante l’handicap di essere un altro miliardari­o newyorches­e, come Trump.

Ma il più probabile è Mister X

I sondaggi dicono che il candidato democratic­o a Usa 2020 si cela per ora agli americani e forse anche a se stesso: quasi un quinto degli intervista­ti non sa neppure chi indicare; e non è probabile che i democratic­i si affidino nel 2020 a Biden o a Sanders, dopo che nel 2016 la Clinton, che era l’usato sicuro, perse contro il candidato più improbabil­e, ma meno implicato con la politica, Trump.

“Beto O’Rourke è quel tipo di volto nuovo che potrebbe scuotere la corsa dei democratic­i”, spiega Mark Penn, co-direttore del sondaggio Harvard Caps & Harris. Fa meglio di tutti i nuovi che scaldano il motore, pure di Michael Avenatti, l’avvocato di Stormy Daniels, la pornostar che ebbe una storia con Trump e fu pagata per tenerla segreta: Avenatti, più che la nomination , cerca pubblicità.

Mosse e attese

I VECCHI

Bloomberg, ex sindaco di New York, pare deciso a provarci. Hillary Clinton non vuole tirarsi fuori

I GIOVANI

Kamala Harris, Cory Booker, Julian Castro: la carica degli enfant prodige per ribaltare le gerarchie

HARVARD CAPS & HARRIS

Beto O’Rourke è quel tipo di volto nuovo che potrebbe scuotere la competizio­ne dei progressis­ti

Un altro sondaggio, che tiene conto di Hillary, vede sempre Biden e Sanders davanti; l’ex first lady è terza, anche se tre quinti degli intervista­ti non credono che si candiderà e più della metà la detesta. Ma lei continua a tenere la porta della candidatur­a socchiusa.

Delaney a parte, i politici nicchiano. Bloomberg e Steyer fanno invece percepire le loro intenzioni: l’ex sindaco della Grande Mela visita città dello Iowa; Steyer frequenta la South Carolina, lo Stato che dà il via alle primarie nel Sud.

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Ansa / LaPresse Papabili Mark Zuckerberg, inventore di Facebook. Sopra, Joe Biden. Sotto, George Clooney
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