Veneto, Zaia presenta il conto a Salvini su autonomia e alluvioni
Il governatore punta su Roma per avere 700 milioni in più per i danni del ciclone
“I 50 mila euro per i presepi nelle scuole li hanno trovati subito. E anche i soldi per la Confraternita del Baccalà. Ma per la montagna bellunese ferita dall’alluvione neanche un euro”. Manuel Brusco, veronese e capogruppo M5S in consiglio regionale a Venezia, attacca la giunta della Regione Veneto diventata un monocolore leghista, dopo che Elena Donazzan ha lasciato Forza Italia. “Ammetto che nell’emergenza la Regione si è mossa con efficienza, ma il governatore Luca Zaia, nominato commissario, non ha riferito in aula. La maggioranza ha approvato il bilancio rigettando gli emendamenti delle opposizioni che chiedevano stanziamenti specifici”.
Il ciclone che a novembre ha colpito le montagne venete ha seminato distruzione. Paesi isolati, frane, strade e boschi devastati. In poche settimane il conto dei danni è salito a un miliardo e 769 milioni, mentre Zaia inizialmente aveva parlato di un miliardo. L’elenco è stato inviato alla Protezione civile e a vari ministeri, che lo dirotteranno all’Ue chiedendo l’attivazione del Fondo per le emergenze comunitarie. Si parla di 105 milioni per servizi pubblici e infrastrutture; 838 milioni per rifare ponti, strade e opere idrogeologiche; 154 per la sicurezza da valanghe e 160 per i danni ai privati. Per i boschi servono 380 milioni, più altri 130 per la viabilità silvo-pastorale.
Venezia, sostengono le opposizioni, scarica tutto sullo Stato, in un momento cruciale della dialettica tra Venezia e Roma per il ri- conoscimento dell’autonomia. Il consigliere regionale Graziano Azzalin (Pd) attacca: “Nessuna risorsa straordinaria per una tragedia senza precedenti. Eppure la Giunta ha il coraggio di vantarsi di un bilancio tax-free”. Perplesso anche il parlamentare bellunese Roger De Menech (Pd): “Molti operatori sono intervenuti subito. Hanno lavorato settimane. Ma adesso sono preoccupati perché devono essere pagati. Zaia pare avere puntato molto su Roma che evidentemente gli ha dato rassicurazioni. Ma per i disastri di 2010 e 2014 la Regione impegnò subito delle risorse”.
IL GOVERNATORE leghista si è sempre vantato di non aver imposto addizionali Irpef ai veneti. Anzi, nel braccio di ferro con Roma sulle tasse, quando è stato nominato commissario dell’emergenza ha proposto: “Lo Stato ci lasci l’acconto dell’Irpef pagata dai veneti e la impiegheremo per l’alluvione. Se lo Stato ci desse l’1% di quanto viene versato, noi avremmo le maniglie d’oro”. Dopo l’attacco frontale dem, Zaia ha mandato in avanscoperta l’assessore all’Ambiente Gianpaolo Bottacin: “Abbiamo aperto subito oltre 160 cantieri per 30 milioni. Poi 15 milioni per gli impianti a fune. Altri 10 milioni destinati alle aziende. In totale 55 milioni impegnati direttamente. Di cosa parla l’opposizione?”. L’assessore usa parole di riguardo verso il governo: “Lo Stato non ci ha mai lasciati soli. Ha stanziato 53 milioni per le prime spese in emergenza, poi 525 milioni nella finanziaria statale, successivamente 159 milioni di fondi per la difesa del suolo del ministero dell’Ambiente e da ultimo stiamo trattando per avere una fetta importante dei circa 2 miliardi per il dissesto idrogeologico”.
Zaia aspetta l’autonomia come regalo di Natale, dopo il voto plebiscitario dell’ottobre 2017. Ma i giorni passano, nonostante a Roma ci sia un ministro vicentino come Erika Stefani.