“Formazione e lavoro: così fermeremo l’emorragia”
“In Tunisia non ci sono solo galeotti e criminali. Per il resto non rispondo al ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini, non ne ho bisogno ”. Parola di Sou ad Ab de rr ahim,54anni,d al 3 luglio primo sindaco donna della storia tunisina. Senza velo, è un pezzo portante di Ennahda, “Movimento della Rinascita”, il partito islamista guardato con scetticismo dagli ambienti progressisti tunisini. Dal suo sfarzoso ufficio sul tetto del palazzo del Comune che domina sulla città parla della piaga migratoria ai rapporti con l’Italia. Sindaco, come pensate di combattere l’emorragia di giovani in fuga? Con il lavoro, la formazione. Un inquadramento professionale per poi accompagnarli alla piena occupazione. Ci sono stati troppi morti in mare, vite di concittadini spezzate, questo deve finire.
Un’impresa facile?
No di certo, ma la storia ci darà ragione. Sono passati appena otto anni dalla cacciata di Ben Ali, siamo ancora in una fase di transizione.
Il grosso dei migranti arriva in Italia, che rapporti ha col nostro Paese?
Personalmente ottimi. Ai tunisini irregolari da voi dico di avere pazienza e di pensare al rientro qui, quando le condizioni saranno migliori.
Altri giovani hanno scelto la strada del jihadismo: vale lo stesso discorso?
Il peggio è passato. La sicurezza per noi è vitale e migliorerà.
Le banlieue, cosa intende fare al riguardo? Abbiamo progetti culturali, il degrado si combatte così. Anche se non riusciremo a risolvere tutti i problemi della città, sarò sempre vicino a tutti i tunisini.
Punta alla candidatura futura di primo ministro?
Per ora penso a fare il sindaco. Poco prima dell’elezione mi avevano offerto un ruolo da ministro, ho rifiutato. Finito il mandato vedremo.