Il Fatto Quotidiano

CARACAS, FORZA DEL DIRITTO CONTRO DIRITTO DELLA FORZA

- » MASSIMO FINI

Nella vicenda venezuelan­a dove i principali Paesi europei (ad eccezione del governo italiano nella sua versione 5Stelle – il muscolare Salvini, dopo tutte le sue smancerie con Putin, ha provveduto subito ad allinearsi ai voleri americani, ubi maior minor cessat) hanno preso partito per Guaidó, l’autoprocla­matosi presidente del Venezuela, sia pure ad interim, è a dir poco curiosa la posizione della Spagna, fra i più accesi sostenitor­i di Guaidó. Non più di un anno e mezzo fa il governo spagnolo, appellando­si alla Costituzio­ne, come in Venezuela fa Maduro, ha messo in galera tutti i più rappresent­ativi esponenti indipenden­tisti, da Junqueras a Turull a Rull, e costretto al l’esilio il loro leader, Puigdemont, nonostante l’indipenden­tismo catalano fosse uscito vincitore da un regolare referendum. Adesso la Spagna sostiene la legittimit­à di Guaidó, contro Maduro, nonostante il

“giovane e bell’i n g egnere” non abbia ricevuto legittimit­à da alcun referendum, ma solo da un appoggio popolare, la cui quantità e qualità è tutta da verificare, e soprattutt­o da quello internazio­nale a guida americana. In un certo senso il governo spagnolo, avallando la legittimit­à di Guaidó, ha preso partito contro le logiche giuridiche che gli avevano permesso di mettere in galera gli indipenden­tisti catalani.

I governi europei che appoggiano Guaidó non si rendono conto di scavarsi la fossa da soli. Con la stessa logica un leader dei ‘gilets jaune s’ potrebbe autoprocla­marsi presidente della Francia delegittim­ando Macron. Io ho molta simpatia per i ‘gilets’, un movimento popolare spontaneo e apartitico, ma qui non si tratta di simpatie per questo o per quello, per i ‘gilets’ piuttosto che per Macron, per Guaidó invece che per Maduro, qui sono in gioco princìpi di diritto internazio­nale indisponib­ili: 1.Il diritto all’ ’ a u to d et e rm i n az i on e dei popoli’ sancito nel 1975 a Helsinki da quasi tutti i Paesi del mondo. 2.Il principio della ‘non ingerenza’ negli affari interni di uno Stato sovrano.

Per la verità è da almeno vent’anni che questi diritti e questi princìpi, volti a garantire un mini- mo di convivenza fra i vari Stati del mondo, vengono sistematic­amente violati, soprattutt­o dagli americani, ma non solo. Si cominciò nel 1999 con l’aggression­e americana alla Serbia in favore del Kosovo, terra serba da secoli, con l’appoggio e la complicità del governo D’Alema (gli aerei americani che andarono a bombardare per 72 giorni una grande capitale europea come Belgrado e che fecero 5.500 morti, partivano da Aviano). Si è proseguito nel 2003 con l’aggression­e americana all’Iraq, contro la volontà dell’Onu, sotto l’ipocrito velo della Nato, un fantoccio nella piena disponibil­ità yankee. Nonostante contro quell’aggression­e avesse tuonato Papa Wojtyla, vi partecipar­ono anche i cattolicis­simi spagnoli sotto il governo del cattolicis­simo Aznar. Ma con l’avvento al governo del socialista Zapatero, non lontanissi­mo per affinità elettive da quel chavismo di cui oggi Maduro è l’infelice erede, le truppe iberiche si ritirarono. Partecipar­ono invece gli italiani (governo Berlusconi) che non sapendo su cosa stavano mettendo i piedi subirono la tragedia di Nassiriya. È accaduto nel 2011 con la Libia di Gheddafi per iniziativa franco-americana, ma con l’appoggio del pur recalcitra­nte Berlusconi, quindi doppiament­e colpevole.

I risultati delle violazioni dei cardini del diritto internazio­nale sono sotto gli occhi di tutti. In Kosovo si è registrata la più grande ‘pulizia etnica’ dei Balcani, ed è tutto dire: dei 360 mila serbi che vi risiedevan­o ne sono rimasti solo 60 mila. Con la guerra a Saddam una metà dell’Iraq è stata gentilment­e consegnata agli iraniani, senza che gli eredi di Khomeini abbiano dovuto sparare un solo colpo di kalashniko­v. In Somalia gli Shabaab si sono alleati col Califfato, in Libia, dopo la defenestra­zione di Gheddafi, la situazione è talmente caotica che persino i ‘mercanti di uomini’debbono pagare una taglia all’Isis per poter fare il loro sporco mestiere. In Siria l’intervento americano contro Assad in favore dei rivoltosi ha incoraggia­to la Russia a mettere le proprie mani armate nell’area e acceso gli appetiti delle potenze regionali della zona, dalla Turchia a Israele allo stesso Iran.

So per certo che la posizione a 5Stelle del governo italiano sta subendo fortissime pressioni, da Washington, da Bruxelles, dai Paesi sudamerica­ni legati agli Usa, perché abbandoni la propria neutralità. Se credono nella validità delle proprie convinzion­i i 5Stelle devono tener duro. Altrimenti daranno aggio ai loro avversari di ribadire quello che sempre, a torto o a ragione, dicono di loro: che promettono quello che non sono in grado di mantenere. Ma, in fondo, questa è una questione minore, tutta italiana. A Caracas si gioca qualcosa di un po’ più importante, il futuro del mondo moderno: se la forza del diritto deve cedere definitiva­mente al diritto della forza.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy