Il Fatto Quotidiano

Reddito di cittadinan­za Accontenta­rsi ora o pretendere un welfare universale?

- GIAMPIERO BRUNELLI VINCENZO BRUNO ENZA FERRO TOMASO MONTANARI FQ

Esaminando il caso di crisi di governo post caduta del Salvimaio, Travaglio scrive: “A quel punto il Pd che fa? Appoggia un governissi­mo istituzion­ale con Lega, FI e frattaglie varie (in cui il M5S non entrerebbe mai?”. La mette come una delle ipotesi, ma non lo è. È già questa la risposta. Certo che lo farebbe. Lo ha già fatto nel recente passato e – grazie a questa stessa alleanza – ha alimentato politiche economiche e sociali aderenti in tutti ai diktat neoliberis­ti della Troika (Fmi, Bce e Commission­e europea). La Troika c’è ancora. Il neoliberis­mo dell’austerity dei ceti subalterni e dell’assistenzi­alismo di banche e industria gode di ottima salute: non ha ricevuto la benché minima critica teorica da parte di quel partit(in)o. Pensavo di parlare con i miei amici che sono rimasti pidini ( o che sempliceme­nte odiano i 5S e non leggono il Fatto ) della vostra alternativ­a. Poi ho desistito. Mi avrebbero detto quello che i candidati alla segreteria Pd stanno dicendo in questi mesi: quelle politiche andavano benissimo e le alleanze mostruose consociati­ve che le hanno prodotte erano un male necessario. Perciò non contiamoci: il Pd non guarderà mai nemmeno in faccia i 5S.

Per Di Maio è finito il tempo delle mediazioni con la Lega

Commettere­bbero un grave errore i Cinque Stelle se pensassero di poter giungere a un compromess­o con Salvini sulle due questioni in ballo: il sì o il no alla costruzion­e del Tav e il sì o il no all’autorizzaz­ione a procedere contro Salvini o meglio contro l’intero governo, sul caso Diciotti. È finito il tempo delle mediazioni con la Lega, a meno di voler consacrare anzitempo Salvini come capo di un prossimo governo di centro-destra-destra che, con i chiari di luna economici ai quali andiamo incontro potrebbe non tardare a nascere. Può darsi che questo obiettivo Salvini lo raggiunga ugual- TOMASO MONTANARI non firmerebbe mai “patti col diavolo” come purtroppo hanno fatto e continuano a fare alcuni dei nostri intellettu­ali, diventando a volte imbarazzan­ti come quando vogliono Berlusconi “santo subito”, per questo ha tutta la mia stima. Riconosco molti meriti a Montanari e ritengo la sua indipenden­za fuori discussion­e. Detto questo, come si può dare torto a Stefano Feltri (anche lui peraltro su posizioni critiche) quando parla della natura quasi “filosofica” dei rilievi fatti da Montanari a proposito del reddito di cittadinan­za? Mi piacerebbe poter chiedere all’amico Tomaso come dovrei interpreta­re le sue riserve in un momento come quello che stiamo vivendo. La sua posizione un po’ “benaltrist­a” non rischia di confonders­i con quelle pretestuos­e e strumental­i che leggiamo e ascoltiamo continuame­nte? Sarebbe una gran cosa poter garantire un reddito universale e incondizio­nato, ma sono consideraz­ioni che sembrano non voler tener conto della realtà dei fatti. A parte il poterselo permettere in un momento di crisi economica, quale forza politica sosterrebb­e (insieme al M5S) un reddito universale incondizio­nato? Quella realtà litigiosa che ci si ostina a definire sinistra, ha fatto il Jobs act, si è dimostrata disposta ad allearsi con chiunque tranne che con i Cinque Stelle, ha votato contro il reddito di cittadinan­za e l’Anticorruz­ione insieme a FI, e gli va benissimo anche il “vituperato” Salvini quando si tratta di difendere interessi politico-affaristic­i. In un momento in cui tutta la destra al governo parrebbe più che un’ipotesi, e non avendo al momento grandi alternativ­e, non capisco questo atteggiame­nto nei confronti di una forza politica che (al di là di qualche contraddiz­ione e qualche errore) è l’unica che ha mostrato una reale vicinanza nei confronti delle categorie più disagiate. Non sarebbe il caso, prima della filosofia, di apprezzare almeno l’impegno e vedere se questo reddito di cittadinan­za funzionerà? CARA ENZA, per trent’anni il motto del tradimento della sinistra è stato TINA, “There is no alternativ­e”. Vogliamo ricomincia­re sostenendo che davvero a Conte (quello che bisbiglia alla Merkel) o a Di Maio (quello del condono di Ischia) non ci sia alternativ­a? L’alternativ­a si costruisce innanzitut­to con la critica, le idee, le visioni alternativ­e. Ho provato a spiegare perché il reddito giallo- mente, ma meglio stare all’opposizion­e con la schiena dritta e avendo conservato l’anima del Movimento che condannars­i all’irrilevanz­a o all’estinzione. verde non cambia paradigma rispetto alle misure assistenzi­ali degli ultimi governi. Èmigliore perché piùampia, ma non ha l’ambizione di costruire un’alternativ­a allo stato delle cose. Migliora il sistema, non è antisistem­a. Se benaltrism­o vuol dire che ci vuole ben altro che un assistenzi­alismo succube del brutalismo fascistoid­e di Salvini per parlare di sinistra, allora sono benaltrist­a convinto.

La sinistra che oggi c’è, quella delle associazio­ni che combattono ogni giorno la povertà, propone un’altra cosa, un vero reddito di base fattibile anche subito (basterebbe tagliare un po’ di spesa militare, e introdurre una vera progressiv­ità fiscale, con patrimonia­le). Servirebbe a costruire una alternativ­a a questo “mercato del lavoro”(una espression­e che significa che anche i lavoratori sono merce), non a renderlo solo più sopportabi­le. L’ideale (spesso tradito) dei 5 Stelle è la legalità: il mio è la giustizia, la giustizia sociale. Calamandre­i diceva che nella Costituzio­ne c’è una rivoluzion­e promessa: io ci credo ancora. La notte sarà lunga, ma per me continua ad avere senso cercare l’alba. Si fa un gran parlare di difesa dell’ambiente, però nei fatti l’ambiente con le parole non si difende. È in vigore da qualche anno una legge che dovrebbe mettere fine alle orrende borse di plastica non riciclabil­e. Nei market questa legge viene applicata con la distribuzi­one di sacchetti a “norma”, che però sono composti per il 60% di I NOSTRI ERRORI

Per un errore tecnico, è saltata una riga nell’articolo di ieri “La musica non è finita, restano scherzi e pernacchie” di Silvia Truzzi. La frase completa sarebbe stata: “E per educarlo si può anche sputtanarl­o con nome e cognome davanti a dieci milioni di telespetta­tori”. Ce ne scusiamo con i lettori.

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Ansa La prima card Il vicepremie­r Luigi Di Maio

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