Reddito di cittadinanza Accontentarsi ora o pretendere un welfare universale?
Esaminando il caso di crisi di governo post caduta del Salvimaio, Travaglio scrive: “A quel punto il Pd che fa? Appoggia un governissimo istituzionale con Lega, FI e frattaglie varie (in cui il M5S non entrerebbe mai?”. La mette come una delle ipotesi, ma non lo è. È già questa la risposta. Certo che lo farebbe. Lo ha già fatto nel recente passato e – grazie a questa stessa alleanza – ha alimentato politiche economiche e sociali aderenti in tutti ai diktat neoliberisti della Troika (Fmi, Bce e Commissione europea). La Troika c’è ancora. Il neoliberismo dell’austerity dei ceti subalterni e dell’assistenzialismo di banche e industria gode di ottima salute: non ha ricevuto la benché minima critica teorica da parte di quel partit(in)o. Pensavo di parlare con i miei amici che sono rimasti pidini ( o che semplicemente odiano i 5S e non leggono il Fatto ) della vostra alternativa. Poi ho desistito. Mi avrebbero detto quello che i candidati alla segreteria Pd stanno dicendo in questi mesi: quelle politiche andavano benissimo e le alleanze mostruose consociative che le hanno prodotte erano un male necessario. Perciò non contiamoci: il Pd non guarderà mai nemmeno in faccia i 5S.
Per Di Maio è finito il tempo delle mediazioni con la Lega
Commetterebbero un grave errore i Cinque Stelle se pensassero di poter giungere a un compromesso con Salvini sulle due questioni in ballo: il sì o il no alla costruzione del Tav e il sì o il no all’autorizzazione a procedere contro Salvini o meglio contro l’intero governo, sul caso Diciotti. È finito il tempo delle mediazioni con la Lega, a meno di voler consacrare anzitempo Salvini come capo di un prossimo governo di centro-destra-destra che, con i chiari di luna economici ai quali andiamo incontro potrebbe non tardare a nascere. Può darsi che questo obiettivo Salvini lo raggiunga ugual- TOMASO MONTANARI non firmerebbe mai “patti col diavolo” come purtroppo hanno fatto e continuano a fare alcuni dei nostri intellettuali, diventando a volte imbarazzanti come quando vogliono Berlusconi “santo subito”, per questo ha tutta la mia stima. Riconosco molti meriti a Montanari e ritengo la sua indipendenza fuori discussione. Detto questo, come si può dare torto a Stefano Feltri (anche lui peraltro su posizioni critiche) quando parla della natura quasi “filosofica” dei rilievi fatti da Montanari a proposito del reddito di cittadinanza? Mi piacerebbe poter chiedere all’amico Tomaso come dovrei interpretare le sue riserve in un momento come quello che stiamo vivendo. La sua posizione un po’ “benaltrista” non rischia di confondersi con quelle pretestuose e strumentali che leggiamo e ascoltiamo continuamente? Sarebbe una gran cosa poter garantire un reddito universale e incondizionato, ma sono considerazioni che sembrano non voler tener conto della realtà dei fatti. A parte il poterselo permettere in un momento di crisi economica, quale forza politica sosterrebbe (insieme al M5S) un reddito universale incondizionato? Quella realtà litigiosa che ci si ostina a definire sinistra, ha fatto il Jobs act, si è dimostrata disposta ad allearsi con chiunque tranne che con i Cinque Stelle, ha votato contro il reddito di cittadinanza e l’Anticorruzione insieme a FI, e gli va benissimo anche il “vituperato” Salvini quando si tratta di difendere interessi politico-affaristici. In un momento in cui tutta la destra al governo parrebbe più che un’ipotesi, e non avendo al momento grandi alternative, non capisco questo atteggiamento nei confronti di una forza politica che (al di là di qualche contraddizione e qualche errore) è l’unica che ha mostrato una reale vicinanza nei confronti delle categorie più disagiate. Non sarebbe il caso, prima della filosofia, di apprezzare almeno l’impegno e vedere se questo reddito di cittadinanza funzionerà? CARA ENZA, per trent’anni il motto del tradimento della sinistra è stato TINA, “There is no alternative”. Vogliamo ricominciare sostenendo che davvero a Conte (quello che bisbiglia alla Merkel) o a Di Maio (quello del condono di Ischia) non ci sia alternativa? L’alternativa si costruisce innanzitutto con la critica, le idee, le visioni alternative. Ho provato a spiegare perché il reddito giallo- mente, ma meglio stare all’opposizione con la schiena dritta e avendo conservato l’anima del Movimento che condannarsi all’irrilevanza o all’estinzione. verde non cambia paradigma rispetto alle misure assistenziali degli ultimi governi. Èmigliore perché piùampia, ma non ha l’ambizione di costruire un’alternativa allo stato delle cose. Migliora il sistema, non è antisistema. Se benaltrismo vuol dire che ci vuole ben altro che un assistenzialismo succube del brutalismo fascistoide di Salvini per parlare di sinistra, allora sono benaltrista convinto.
La sinistra che oggi c’è, quella delle associazioni che combattono ogni giorno la povertà, propone un’altra cosa, un vero reddito di base fattibile anche subito (basterebbe tagliare un po’ di spesa militare, e introdurre una vera progressività fiscale, con patrimoniale). Servirebbe a costruire una alternativa a questo “mercato del lavoro”(una espressione che significa che anche i lavoratori sono merce), non a renderlo solo più sopportabile. L’ideale (spesso tradito) dei 5 Stelle è la legalità: il mio è la giustizia, la giustizia sociale. Calamandrei diceva che nella Costituzione c’è una rivoluzione promessa: io ci credo ancora. La notte sarà lunga, ma per me continua ad avere senso cercare l’alba. Si fa un gran parlare di difesa dell’ambiente, però nei fatti l’ambiente con le parole non si difende. È in vigore da qualche anno una legge che dovrebbe mettere fine alle orrende borse di plastica non riciclabile. Nei market questa legge viene applicata con la distribuzione di sacchetti a “norma”, che però sono composti per il 60% di I NOSTRI ERRORI
Per un errore tecnico, è saltata una riga nell’articolo di ieri “La musica non è finita, restano scherzi e pernacchie” di Silvia Truzzi. La frase completa sarebbe stata: “E per educarlo si può anche sputtanarlo con nome e cognome davanti a dieci milioni di telespettatori”. Ce ne scusiamo con i lettori.