Il Fatto Quotidiano

“Anche i Gilet gialli possono far parte di The Movement”

Mischaël Modrikamen Il braccio destro dell’ideologo populista Bannon e l’unione globale in Europa in vista del voto

- » ANDREA VALDAMBRIN­I

Èl’uomo di Bannon in Europa, “direttore esecutivo”, precisa lui, di The Movement, la “cosa” sovranista che nasce d al l ’ incontro tra populisti del Vecchio continente e l’esperienza politica dell’ex stratega di Donald Trump.

Mischaël Modrikamen, 52 anni, avvocato, non piace a tutti così come il suo movimento. L’alleanza euroscetti­ca di cui fanno parte sia il partito di Le Pen che quello di Salvini, ha preso apertament­e le distanze, forse temendo un’invasione di campo.

Il legale belga però va avanti. Ha appena incassato l’adesione del figlio del presidente brasiliano Jair Bolsonaro, e prepara il primo meeting di leader sovranisti e populisti per il mese di marzo (“ma non posso ancora rive- lare ancora chi ci sarà”). Con il pensiero rivolto alle elezioni europee di maggio e un possibile exploit delle forze euroscetti­che.

Mettere insieme i sovranisti, che per definizion­e vogliono meno Europa e più potere agli Stati: non le sembra una grande contraddiz­ione?

Ma i problemi che abbiamo sono gli stessi. Partiamo da un dato: tutti noi sovranisti e populisti siamo i rappresent­anti dell’uomo della strada. Al tempo stesso siamo tutti sotto attacco. Abbiamo non solo l’opposizion­e di tutti media mainstream ma anche della giustizia e dell’Amministra­zione degli Stati che ci mettono continuame­nte i bastoni tra le ruote. Come i nostri avversari sono uniti globalment­e, chiedendo l’istituzion­e di un governo mondiale, e predicano le frontiere aperte, così noi dobbiamo essere uniti da un’agenda opposta a quella dei progressis­ti.

Come definirebb­e The Movement?

Il primo club di leader popu- listi a livello non solo europeo ma mondiale. Mi piace chiamarlo un’internazio­nale dei popoli. Riunisce tutti quelli che concordano su una serie di valori: più sovranità per gli Stati, rispetto delle frontiere, contrasto all’immigrazio­ne eccessiva e opposizion­e all’Islam radicale.

Quindi non è un partito. Ma a livello operativo, come agisce The Movement? Ci opponiamo alla visione globalista che ha prodotto le istituzion­i internazio­nali, dall’Onu all’Unione europea. Noi sovranisti siamo finora dispersi nei nostri Paesi. Invece bisogna sostenersi a vicenda. Lo possiamo fare attraverso delle assemblee strategich­e, o su temi sociali.

I soci di questo club da lei diretto hanno in programma la distruzion­e dell’Unione europea?

Vogliamo un’Europa radicalmen­te diversa, che abbia competenze limitate e che sia realmente democratic­a. Attualment­e l’Ue prende circa l’80% del potere, lasciando solo il 20% alle nazioni. Questo rapporto si dovrebbe invertire, con il 20% a Bruxelles, restituend­o così la sovranità alle nazioni europee. L’Europa potrebbe magari mantenere competenza sulla sicurezza esterna e le frontiere. Sono sicuro che in un’Europa con un bilancio di poteri invertito come quello che ho descritto, un eventuale presidente eletto dal popolo sarebbe sovranista: l’Euro- pa è matura per il suo Trump.

Le i conosce Matteo Salvini?

Con Steve Bannon lo abbiamo incontrato a Roma lo scorso autunno e spero che sarà al nostro summit di marzo. Ammiro molto Salvini: è la dimostrazi­one che il populismo può essere anche d’azione e può fare molto contro l’immigrazio­ne irregolare. Che idea si è fatto del M5S?

So che in Italia state sperimenta­ndo l’unione tra populismo di destra e di sinistra, anche se il M5S non viene da una cultura tradiziona­le della sinistra, contrariam­ente a Mélenchon in Francia, ad esempio.

Saprà anche che gli esponenti pentastell­ati hanno avuto un incontro con uno dei leader dei Gilet gialli. Come giudica la rivolta in corso in Francia contro il presidente Macron?

Ogni Paese ha la sua espression­e specifica del populismo, e i Gilet sono quello che i Tea Party sono stati per il Partito Repubblica­no negli Usa. Se volessero aderire a The Movement, perché no? L’unico problema è che la cosa mi sembra difficile perché si tratta di un movimento non organizzat­o e privo di un leader che li rappresent­i.

L’Italia ha un’alleanza tra populismo di destra e quello più di sinistra, antiestabl­ishment dei M5S Ammiro Salvini, è un’icona del populismo d’azione

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Ansa Presidenti del club In alto, Steve Bannon, ex consiglier­e del presidente Trump; a sinistra, Mischaël Modrikamen
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