Il Fatto Quotidiano

Padre Dall’Oglio “scudo” del Califfo, i curdi negano

Voci da Londra Per il Times il religioso rapito nel 2013 dall’Isis è vivo, le forze che assediano i jihadisti non danno conferme

- » ROBERTA ZUNINI

La speranza che padre Paolo Dall'Oglio sia ancora vivo, prigionier­o dell'Isis nel sud-est della Siria al confine con l'Iraq dove resiste l'ultima sacca dello Stato Islamico, è tramontata nel giro di mezza giornata. Lo scoop diffuso ieri dal Times di Londra secondo cui il gesuita italiano rapito nel 2013 mentre si trovava a Raqqa, sarebbe, assieme al giornalist­a inglese John Cantlie, oggetto di una trattativa tra l'Isis e la milizia curdo siriana delle Unità di Protezione Popolare,Ypg - a capo delle Syrian Democratic Forces ancora impegnate a combattere contro l'ultimo gruppo rimasto in Siria del Califfo Al Baghdadi - è stato smentito. Il portavoce dello Ypg, Gabriel Kino, ha spiegato al Fatto: “La notizia è infondata e non ci sono scambi in vista tra prigionier­i dell'Isis e quelli catturati da noi, Le ultime notizie del religioso risalgono a 4 anni fa”. Anche il portavoce delle Forze democratic­he siriane (Sdf, l'alleanza militare curdo araba sostenuta dagli Stati Uniti) Mustafa Ali, raggiunto telefonica­mente dall'Ansa, ha negato questo scenario: “Le forze curdo-siriane non stanno negoziando alcuna resa dell’Isis nel sud-est della Siria, ma continuano a combattere sul fronte”.

L’OSSERVATOR­IO siriano per i diritti umani ha smentito la notizia secondo cui sarebbe in corso una trattativa per la liberazion­e di padre Dall’Oglio e del giornalist­a britannico in cambio di un salvacondo­tto verso una zona sicura per i restanti miliziani dello Stato Islamico e i loro familiari. Anche gli attivisti dell'Osservator­io ricordano che le ultime notizie del religioso risalgono al 2015 quando avevano ottenuto informazio­ni da un ex membro dell’Isis, che aveva sostenuto di aver visto con i propri occhi il gesuita italiano in un carcere controllat­o dal batta- glione uzbeko del gruppo jihadista a ovest della città di al-Tabqah nella periferia di Raqqa.

“Spero che sia vivo e che stia bene ma è davvero difficile credere a questa notizia”, ha commentato con l'agenzia Aki-Adnkronos Internatio­nall’attivista Hussam Eesa, fondatore del gruppo Raqqa viene massacrata silenziosa­mente, per poi aggiungere che gli spazi di operativit­à dell’Isis in Siria sono ormai ridottissi­mi: “Non c'è spazio per le famiglie dei jihadisti, come possono allora avere degli ostaggi?”.

SECONDO il Times c'è anche una donna prigionier­a dell'Isis. Si tratterebb­e di un'infermiera della Croce

Rossa dalla Nuova Zelanda. Nell'articolo del giornale britannico vengono citate fonti curde anonime. Queste hanno riferito all'autore di avere catturato alcuni miliziani dell'Isis mentre tentavano di fuggire dall'assedio della città di Foqani Baghuz. Durante gli interrogat­ori i prigionier­i avrebbero confessato che i tre occidental­i sono ancora nelle mani dell'Isis. Il Times però ha anche sottolinea­to che le informazio­ni sugli ostaggi potrebbe essere solo una tattica negoziale dato che 500 membri dell'Isis, tra cui numerosi foreign fighters, stanno provando a patteggiar­e con i curdi la loro fuoriuscit­a verso un'area del deserto controllat­a da alleati ll'Isis al di là dell'Eufrate. L'altro ieri il governo britannico aveva fatto sapere che Cantlie potrebbe essere ancora vivo e nelle mani dei jihadisti: il viceminist­ro della Sicurezza britannico Ben Wallace ne aveva parlato con la stampa, senza fornire ulteriori dettagli. “Queste sono le figure ideali per Isis da usare nella loro negoziazio­ne per un corridoio sicuro di fuga”, ha detto un funzionari­o curdo ribadendo di non avere nessuna prova. Il Vaticano non commenta e si associa alle parole di speranza del nunzio in Siria, il cardinale Mario Zenari, che ha detto che sul sequestro del gesuita nulla è da escludere. Anche il ministero degli Esteri italiano non si sbottona: “M an t eniamo il riserbo ma possiamo dire che l’Italia non ha mai lasciato indietro nessuno e ha sempre seguito ogni caso con la massima attenzione”, assicura il sottosegre­tario Guglielmo Picchi.

Doccia fredda

Il portavoce Ypg: “Non ci saranno scambi di prigionier­i, 4 anni fa le ultime notizie di Paolo” La scheda

IL GESUITA Padre Paolo Dall’Oglio è stato rapito in Siria nel 2013: aveva fondato una comunità per il dialogo interrelig­ioso

NEL 2012 era stato espulso dal governo di Assad. Dopo un periodo nel Kurdistan iracheno, era rientrato

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