Il Fatto Quotidiano

RAPPRESAGL­IA DI MACRON CONTRO ALITALIA

LO SCONTRO ELETTORALE DI MAIO RIVENDICA L’ASSE COI GILET GIALLI E RICHIAMA CONTE. VENDETTA DI PARIGI: AIR FRANCE MOLLA LE FS

- ▶ CANNAVÒ, DE CAROLIS E DI FOGGIA

L’avvocato che è presidente del Consiglio e il capo politico che poteva esserlo si sono guardati negli occhi. E dopo giorni di sospetti incrociati e strani fuori onda se le sono dette, su una grana chiamata Francia. Il Paese di Emmanuel Macron, quello che un anno e mezzo fa i Cinque Stelle elogiavano come modello ispiratore e che ora invece dipingono come il cattivo da battere nelle Europee. Ma anche il leader che per Palazzo Chigi è un capo di Stato con cui bisogna avere spesso a che fare. E magari con modi urbani, come predicano dal Quirinale.

ECCO PERCHÉ Giuseppe Conte, nel giovedì sera di un Consiglio dei ministri senza Matteo Salvini (in quelle ore in Abruzzo assieme a Berlusconi e Meloni) ha detto a Luigi Di Maio che gli attacchi del M5S nei confronti di Macron e del suo governo sono esagerati, “scomposti”. Ma Di Maio non ha chiesto ammenda. Anzi ha contrattac­cato, rimprovera­ndo a Conte, rientrato pochi minuti prima da Beirut, i “troppi viaggi”: cioè un eccessivo protagonis­mo.

Quindi lo ha invitato a stare di più a Roma, nel Palazzo dove giovedì sera Movimento e Lega hanno litigato su quasi tutto, da contraenti che in tempo di urne soprattutt­o avversari. E in quel clima (“abbiamo litigato male” racconta uno dei presenti) il premier e il suo vice hanno dato voce a nodi che erano da un po’ di tempo sul tavolo. Perché Di Maio teme che Conte voglia fuggire in avanti, essere sempre più leader anche del Movimento. E allora non stupisce che un dimaiano di ferro, il sottosegre­tario Stefano Buffagni, si sia lamentato con i suoi del premier “perché con quel no dritto alla richiesta di processo per Salvini si è mosso troppo presto”. Tradotto, quella sul voto in Senato sul caso Diciotti era una decisione da far pesare politicame­nte a Salvini. Ma Conte, dopo aver mediato con l’Europa sulla manovra, reclama il suo ruolo di presidente del Consiglio. Con le sue idee e lo stile da legale di alto censo, che nei sondaggi ha doppiato il vice. Però il M5S lo guida Di Maio. Quindi il Movimento continuerà a mordere Macron, e bolla come “d e c i s amente esagerata” la reazione di Parigi, che ha richiamato il proprio ambasciato­re da Roma per qualche ora. Invece il Carroccio prova a fare anche altro, a smarcarsi. Con Salvini che giovedì si era offerto di incontrare Macron, e che ieri si è preso la replica gelida del portavoce del governo francese: “Salvini? Il presidente del Consiglio italiano è Conte”.

Così in giornata il ministro dell’Interno torna a mostrare i muscoli: “La prossima settimana incontrerò a Roma il ministro degli Interni francese, lo convocherò per chiedergli che vengano rimandati in Italia i 15 terroristi che si trovano in Francia”. E il collega d’Oltralpe ovviamente non gradisce: “Non mi faccio convocare”. Ma per Salvini non è un grande problema. Sa che sull’attacco alla Francia, con annesso corteggiam­ento ai Gilet gialli, il M5S è arrivato un po’ prima. Così meglio alternare la faccia feroce con qualche sorriso, da sovranista che può fare il moderato, quando serve. E comunque il problema ce lo hanno in casa principalm­ente loro, i 5Stelle. Forse anche per questo ieri Di Maio ha inviato una lettera al quotidiano Le Monde, in cui giura: “L’Italia e il governo consideran­o la Francia un Paese amico e il suo popolo, con la sua tradizione democratic­a millenaria ( gaffe poi ampiamente notata, ndr) un punto di riferiment­o nelle conquiste dei diritti civili e sociali”. Però il capo politico non cambierà certo linea. E infatti ricorda: “Non mi meraviglia che il popolo francese stia mostrando insofferen­ze notevoli rispetto allo smantellam­ento di alcuni diritti”. Così va in picchiata anche l’europarlam­entare Ignazio Corrao: “Macron fa il permaloso perché ha il popolo contro”. Mentre il sottosegre­tario Mattia Fantinati rilancia: “Il presidente francese non può accusarci di ingerenza, lui ha parlato di lebbra populista in Italia”.

PERÒ CONTE è preoccupat­o, e lo ha fatto trapelare. Anche perché al Colle sono molto in ansia, per lo scontro con Parigi. Così cercherà di riannodare i fili, il premier. Smussando, magari da Strasburgo, dove sarà martedì pomeriggio per l’assemblea plenaria del Parlamento europeo. E dove interverrà, come hanno fatto tanti altri premier prima di lui, sulla possibilit­à di riformare la Ue. Con toni da moderato, felice di esserlo.

La grana Diciotti “Il premier ha detto troppo presto no al processo per Matteo Salvini”

La lettera Il capo politico scrive a Le Monde: “Siamo amici di Parigi”. Ma la linea non cambia

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 ?? Ansa/LaPresse ?? In ordine sparso Il premier Conte e i vice Di Maio e Salvini hanno posizioni diverse sulla Francia
Ansa/LaPresse In ordine sparso Il premier Conte e i vice Di Maio e Salvini hanno posizioni diverse sulla Francia
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