Il Fatto Quotidiano

GIGGINO, CULTURA MILLENARIA

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L’HA FATTO notare Pietrangel­o Buttafuoco, ospite di Otto e mezzo, su La7: da un movimento che affida la sua promessa di democrazia diretta a una piattaform­a che si chiama “Rousseau” ci si aspettereb­be almeno una rudimental­e conoscenza della storia francese. Anche qui, invece, il capo politico dei Cinque Stelle Luigi Di Maio è riuscito a inciampare nell’ennesima gaffe . Nella let- tera riparatori­a a Le Monde, il ministro ne ha scritta una grossa: descrivend­o il rapporto di amicizia che lega il popolo italiano e quello transalpin­o, Di Maio non ha potuto esimersi dall’apprezzare “la tradizione democratic­a millenaria” dei francesi. Ahia. Dovrebbe essere una nozione storica macroscopi­ca, una data che s’impara a memoria anche solo per l’estate di terza media: la Rivoluzion­e francese inizia il 14 luglio 1789 e spazza via secoli di monarchia e ancien régime. Il conto è facile: sono passati “appena” 230 anni, nemmeno il quarto di un millennio. E sì che l’ardore rivoluzion­ario dovrebbe essere fonte di profonda ispirazion­e per i “nostri”, quelli che prometteva­no di radere al suolo il vecchio sistema per edificarne uno nuovo di zecca. Di Maio se la racconti così, magari poi non se la scorda: nel 1789 i francesi aprirono la Bastiglia “come una scatoletta di tonno”.

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