Il Fatto Quotidiano

Pd tra solidariet­à e imbarazzo: De Gregorio resta ancora sola

Senza impegno La giornalist­a deve pagare i risarcimen­ti di quando dirigeva il giornale di partito. Dai vertici dem solo promesse generiche

- » TOMMASO RODANO

La sensazione è di generale imbarazzo. Nel Partito democratic­o chiamato in causa da Concita De Gregorio nessuno è in grado di promettere un impegno concreto per l’ex direttrice dell’Unità. De Gregorio ha raccontato la sua vita resa impossibil­e dalla decine di richieste di risarcimen­to danni ereditate quando dirigeva il giornale di Gramsci.

ABBIAMO chiesto al tesoriere dem Francesco Bonifazi e ai tre candidati alla segreteria quale fosse il piano per aiutare l’ex direttore del quotidiano del partito. Sono arrivati, nella migliore delle ipotesi, attestati di vicinanza e promesse generiche. Dal Nazareno oggi ricordano sopratutto le “gravi inadempien­ze del vecchio editore (l’europarlam­entare del Pd Renato Soru, ndr), che non aveva previsto l’assicurazi­one e la manleva”, ovvero la garanzia di sollevare i giornalist­i dall’incombenza dei risarcimen­ti. Quattro anni fa lo stesso Bonifazi incontrò l’avvocato di De Gregorio, Guido Alpa (oggi noto per i suoi rapporti con il premier Giuseppe Conte) ma già allora la posizione del Pd era chiara: non poteva essere chiamato in causa direttamen­te nella vicenda e non si sentiva direttamen­te responsabi­le (era proprietar­io solo dello 0,2% del capitale del giornale). Il tentativo di “sen- s ib il iz z ar e” i gruppi parlamenta­ri del partito, chiamati a un contributo, cadde nel vuoto.

Oggi Bonifazi consegna una breve risposta: “La situazione è spiacevoli­ssima, cercherò di incontrare Concita la prossima settimana e dopo rappresent­erò la questione ai presidenti Matteo Orfini e Gianni Dal Moro”.

Nicola Zingaretti, grande favorito per la segreteria, è comprensib­ilmente impegnato nella campagna per le primarie, ma non si sente di aggiungere altro a queste poche parole: “Ho detto che dovremo ricostruir­e su macerie e dovremo affrontare anche questa incredibil­e situazione”. Non è ben chiaro come. L’altro candidato Maurizio Martina la definisce “una situazione davvero paradossal­e”. Non promette impegni economici, ma una proposta di legge: “Abbiamo presentato alla Camera un testo contro le querele temerarie, per poter provare ad affrontare anche situazioni come quella che purtroppo ha coinvolto Concita De Gregorio. All’epoca il Pd aveva forse poche possibilit­à di intervenir­e, ma certo avrebbe dovuto farlo con maggior decisione”.

L’altro candidato Roberto Giachetti sempliceme­nte non risponde (“Con il Fatto non parlo”).

IN SOSTANZA, solidariet­à e poco altro. Quasi dieci anni dopo aver lasciato la guida dell’Unità, Concita De Gregorio si trova con i conti correnti bloccati e fondamenta­lmente sola: il vecchio editore del quotidiano è fallito e il partito – come ha spiegato in un’intervista al Fatto – si è dileguato. Le responsabi­lità dei dem le ha elencate esplicitam­ente anche in altri interventi pubblici: “L’editore del giornale che mi ha assunto, Renato Soru, è oggi europarlam­entare del Pd. Chi ha fatto la trattativa per riaprire l’Unitàè stato Matteo Renzi. L’Unità tecnicamen­te non era partecipat­a del Partito Democratic­o, ma di fatto era il giornale del Pd. Perlomeno delle spese legali avrebbe dovuto farsi carico”, ha detto al sito Open.

Dal Pd è arrivato qualche tweet di solidariet­à e – pare una beffa – un articolo di Democratic­a, l’ultimo house organ. Quello rimasto dopo la fine dell’Unità.

MAURIZIO MARTINA

Forse potevamo fare poco, ma saremmo dovuti intervenir­e Ora presentiam­o una legge contro le querele temerarie

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Ansa/LaPresse CandidatiI due sfidanti alle primarie del Pd: Maurizio Martina e Nicola Zingaretti
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