Il Fatto Quotidiano

I giudici: “Ecco perché non dovevano togliere le inchieste a De Magistris”

”Era amico di un indagato: Murone doveva astenersi”

- » VINCENZO IURILLO

Nel

2007 il pm di Catanzaro Luigi de Magistris si vide sottrarre le inchieste Poseidone e Why Not, sugli affari intorno alla depurazion­e delle acque e ai finanziame­nti regionali alle imprese, con provvedime­nti che la Corte d’Appello di Salerno ha giudicato “illegittim­i”. Quei provvedime­nti furono compiuti “in violazione dei doveri di astensione” nel primo caso, ed “in violazione di uno dei presuppost­i previsti dalla legge, l’assenza del tentativo di sostituzio­ne con altro pm”, nel secondo caso. Tentativo che si poteva e si doveva fare, infatti la Procura generale ottenne l’applicazio­ne di un pm della Procura, De Tomasi.

È quanto scritto nei passaggi chiave delle 33 pagine di motivazion­i della sentenza notificate ieri al legale del sindaco di Napoli, E- lena Lepre: “È stato finalmente riconosciu­to giudizialm­ente – commenta l’avvocato – che i provvedime­nti furono illegittim­i e hanno cagionato un danno ingiusto alla reputazion­e profession­ale d el l ’ allora pm De Magistris, favorendo coloro che erano indagati”.

DOPO LE ASSOLUZION­I di primo grado, in Appello – che ha valore solo civile, perché la Procura non ha fatto ricorso – i giudici hanno riqualific­ato le accuse da corruzione giudiziari­a in abuso d’ufficio per la revoca del fascicolo Posei- done e hanno dichiarato la prescrizio­ne per l’allora procurator­e aggiunto Salvatore Murone, per l’allora senatore di Forza Italia Giancarlo Pittelli e per l’allora sottosegre­tario alle Attività produttive Giuseppe Galati. Prescrizio­ne anche per i reati ipotizzati intorno all’avocazione alla Procura generale del fascicolo Why Not, anch’essi riqualific­ati da corruzione giudiziari­a in abuso d’ufficio: ne erano accusati Murone, l’ex avvocato generale e facente funzione di Procurator­e generale Dolcino Favi, l’imprendito­re della CdO Antonio Saladino.

Il procurator­e capo di Catanzaro, Mariano Lombardi (morto durante il processo) avrebbe dovuto astenersi dal revocare a De Magistris Poseidone “una volta venuto a conoscenza che era indagato un suo caro amico, l’avvocato Pittelli”. I giudici sottolinea­no che Murone concorse alla mancata astensione e che il provvedime­nto “è stato verosimilm­ente richiesto a Lombardi dai beneficiar­i, Pittelli e Galati, quando i tre si sono incontrati riservatam­ente a casa di Pittelli”. L’avocazione di Why Not e l’applicazio­ne del pm De Tomasi fu decisa da Favi su indicazion­e di Murone: quest’ultimo era amico dell’indagato Saladino e avrebbe dovuto astenersi.

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Ansa Sindaco L’ex pm Luigi de Magistris

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