Antitrust, le fatiche del Csm per l’ok a Rustichelli
Magistrato ha superato i 10 anni fuori ruolo: si pensa persino al via libera per soli 4 anni
“Macché incompatibilità, si può fare” giurano a Palazzo Chigi a proposito del trasloco di Paolo Savona al vertice della Consob. A dispetto delle polemiche, ci sarebbe un parere che taglia la testa al toro: era stato fatto per superare le obiezioni a un’altra nomina, ma poco importa. Un parere è per sempre, come i diamanti.
NE SANNO qualcosa al Csm che in questi giorni sono alle prese con il caso del magistrato Roberto Rustichelli. Che prima di potersi accomodare sulla poltrona di presidente dell’Antitrust avrà bisogno di un appiglio pure lui, in modo che l’organo di autogoverno delle toghe lo possa autorizzare all’incarico per il quale è stato indicato dalla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati in tandem con quello della Camera, Roberto Fico. Nonostante una procedura di selezione assai lunga, che ha visto in campo più di 100 candidature non meno prestigiose della sua, alla fine la scelta è caduta proprio su Rustichelli. Salvo poi scoprire che il magistrato aveva un problema di non poco conto: è stato fuori ruolo oltre 11 anni, nel corso dei quali è stato impegnato soprattutto in uffici di governo, quando il limite massimo in cui le toghe possono assentarsi dalle aule di giustizia è fissato a 10, almeno sulla carta. Da allora il suo approdo all’Antitrust è stato messo in frigo. In attesa di una soluzione che consenta di non smentire il lavoro della seconda e della terza carica dello Stato, evitando che debba addirittura rinunciare alla carriera di magistrato pur di assumere l’incarico a cui è stato chiamato.
A Palazzo dei Marescialli si lavora in questa direzione da settimane. Poi l’altro giorno si è deciso di ricorrere al parere che giustifichi e quindi legittimi l’autorizzazione dell’incarico da parte del plenum nonostante i vincoli imposti dalle regole.
L’impresa è ardua, ma in filigrana già si intravedono le soluzioni possibili ai quesiti formulati dalla Commissione che al Csm decide su questo tipo di casi. A cui dovrà rispondere l’Ufficio Studi che, in particolare, dovrà stabilire se la nomina di Rustichelli all’Antitrust può essere qualificata come incarico elettivo e quindi sottratta al limite decennale. Se il suo collocamento fuori ruolo sia obbligatorio, con buona pace del tetto. O se, per caso, non sia invece appli- cabile quel codicillo infilato nelle pieghe di un decreto Sblocca cantieri che nel 2005 aveva previsto una deroga ai 10 anni pure per le nomine a componenti delle autorità indipendenti. Che invece la legge Severino del 2012 ha poi riservato solo per lo svolgimento di incarichi di governo, elettivi o per i componenti delle Corti internazionali.
Ma l’Uffi cio studi dovrà pure verificare se sia possibile fare uno sconticino a Rustichelli: ossia evitare di conteggiarli tutti gli oltre 11 anni da lui trascorsi fuori ruolo, considerando solo gli incarichi successivi al 31 luglio 2007, quando è diventata operativa la legge sul limite decennale. E in questo caso bisognerà fare i funamboli: perché l’unica norma che accenna alla questione di una decorrenza particolare è quella prevista per i magistrati che lavorano alla Presidenza della Repubblica, alla Corte costituzionale e al Csm. Solo per loro il termine decennale vale dal 2012.
Nomina in stallo Decisa da Fico e Casellati L’ufficio studi valuterà le ipotesi: deroga al limite o mini incarico
IN OGNImodo, se il conteggio verrà fatto partire dal 2007, Rustichelli risulterebbe come per magia fuori ruolo da meno di 6 anni. A quel punto va sciolto l’ultimo nodo: alle brutte, si può autorizzarlo solo per una parte del settennato all’Antitrust? Comunque meglio di niente.