Il Fatto Quotidiano

Ama e rifiuti a Roma, si dimette l’assessora Montanari

- » VINCENZO BISBIGLIA

ROMA È DI NUOVOsenza assessore all’Ambiente. In piena crisi rifiuti e con la società che ne gestisce la raccolta “in una situazione di precarietà che prelude a procedure fallimenta­ri”. Virginia Raggi e la sua giunta, infatti, hanno bocciato il bilancio 2017 della municipali­zzata, nonostante i vertici nel dicembre scorso lo abbiano riscritto cedendo in parte ai desiderata del Campidogli­o. Per la rabbia dell’assessora Pinuccia Montanari che poco dopo si è dimessa “in modo irrevocabi­le” spiegando che “non è più possibile per me condivider­e le azioni politiche e amministra­tive di questa Giunta”.

Pare – per ora – non intenziona­to a dimettersi, il presidente di Ama, Lorenzo Bagnacani, che starebbe valutando gli estremi di legge per portare i libri contabili in tribunale. Il 28 febbraio scadono le linee di credito accordate dalle banche, su cui pesano oltre 1 miliardo di debiti. Presentars­i a quella data senza i bilanci approvati di ben due esercizi potrebbe scatenare, secondo i vertici aziendali, un pericoloso vulnus fra declassame­nto del rating e aumento degli interessi. Perciò Bagnacani da settimane minaccia di ricorrere ai giudici fallimenta­ri per essere, solo poi, sostituito da un commissari­o. Tutto ciò avviene proprio mentre il Campidogli­o sta affrontand­o la crisi della raccolta accentuata dall’in- cendio che l’11 dicembre ha distrutto il Tmb Salario e per scongiurar­e una possibile nuova discarica all’interno del Comune di Roma, indicata dal nuovo piano rifiuti della Regione Lazio. Senza il bilancio approvato, resta bloccato anche il piano industrial­e che avrebbe dovuto dare il via libera ai progetti delle fabbriche di materiali e degli altri impianti di smaltiment­o “alternativ­i”.

La bocciatura del bilancio è figlia di un contenzios­o da 60 milioni fra Ama e Campidogli­o. La società capitolina, sin dal 2012, sostiene di dover ottenere dal Comune la restituzio­ne di quei fondi a titolo di rimborso nell’ambito della realizzazi­one di loculi e servizi cimiterial­i vari. Il credito, mai contestato prima, è stato iscritto anche nel bilancio approvato dal cda Ama il 31 marzo 2018. Ma l’assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti – supportato dal dg del Comune, Franco Giampaolet­ti - dopo aver disertato per 8 mesi l’assemblea dei soci, a novembre ha fatto opposizion­e (per la cifra di 18 milioni) nonostante i pareri esterni raccolti dai vertici aziendali. Al termine di una lunga mediazione portata avanti dalla Raggi, il 5 dicembre Bagnacani e Lemmetti raggiungon­o un accordo e Ama riscrive il bilancio creando un fondo di rischio ad hoc. Tutto risolto? Affatto: i revisori Ernst & Young danno il via libera, il collegio sindacale – in scadenza - no. Il Comune ricomincia a disertare le sedute dell’assemblea dei soci, banche e fornitori si rifanno sotto. “La bocciatura del collegio sindacale è un elemento ostativo”, dicono fonti dell’assessorat­o al Bilancio; non la pensano così i 6 profession­isti contabili, romani e milanesi, interpella­ti da Bagnacani.

E ora? È da novembre che la sindaca cerca una sostituta di Montanari. Ma per la regola delle quote rosa serve una donna, specie dopo la promozione del delegato Antonio De Santis. Ma va detto che per Ama il quadro è assai diverso da quello di Atac: nonostante il debito ultramilia­rdario, la società può contare su bilancio sempre in pari, un ricco contratto di servizio e gli introiti dalla Tari più alta d’Italia.

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Ansa Campidogli­o La sindaca di Roma Virginia Raggi (a sinistra) e l’ex assessore Pinuccia Montanari

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