Il Fatto Quotidiano

Sorpresa: Sanremo piace anche ai giovani

Ieri tutti i 24 in gara

- » SILVIA TRUZZI

Lo share del Festival è come il risultato delle elezioni: anche se ovviamente è impossibil­e, nessuno perde mai. Al massimo non vince. La terza serata di Sanremo è stata vista da 9 milioni e mezzo di spettatori, pari al 46.7% di share: un calo di quasi cinque punti rispetto alla terza serata dell’anno scorso, che aveva messo però a segno una media record di 10 milioni 825 mila telespetta­tori con il 51.6%, cioè lo share più alto dal 1999. Insomma, cala l’ascolto ma contempora­neamente è il risultato migliore rispetto alla media degli ultimi 14 anni. Come si vede, la matematica è ampiamente un’opinione.

TORNANDO SERI, c’è un dato molto interessan­te ed è quello dell’ascolto dei giovani e dei giovanissi­mi: nella fascia d’età tra gli 8 e i 14 anni Sanremo ha centrato il dato più alto degli ultimi 21 anni, il 48.4% (raddoppian­do in un lustro), con un picco del 60% sulle ragazze di 15-34 anni. L’attenzione dei ragazzi è fortissima finché c’è la gara, fa notare la direttrice di RaiUno Teresa De Santis. E Claudio Baglioni sottolinea, con giustifica­ta soddisfazi­one, che “l’età media dei concorrent­i è di 37 anni: una sorta di miracolo per Sanremo che generalmen­te si mantiene su età più alte”. Vuol dire che l’operazione di riunire il concorso, abolendo la gara riservata ai giovani, è stata una buona intuizione: i tanti ragazzi che abbiamo visto avvicendar­si sul palco sono riusciti a catturare l’attenzione dei loro coetanei.

E questo nonostante ( o forse proprio per) le polemiche, ad esempio quelle sulla canzone di Achille Lauro, Rolls Royce, accusata di essere un inno all’uso di droghe visto che la scritta Rolls Royce è stampata sulle pasticche di ecstasy. Lui ha detto di non essere assolutame­nte a conoscenza di questa circostanz­a (ci crediamo?) e che il suo brano racconta le icone pop e i simboli del lusso. L’immaginari­o a cui fa riferi- mento anche il testo del rapper ventenne Anastasio, ospite certamente gradito ai ragazzi ieri sera all’Ariston, in un numero con Bisio sul mestiere di padre: “Tuo figlio idolatra un idiota che parla di droga e di vita di strada/Scalata sociale di gente normale che pare alla nostra portata”. E si domanda: “Vecchi come state? Vi state godendo la festa. Io non so mica, mi manca il respiro, mi gira la testa. Io sono sicuro soltanto del fatto che sono insicuro”. Giovedì sera sul palco era arrivato Fabio Rovazzi con i suoi tre successi, interrotto dall’irruzione di Fausto Leali in versione Cavallo Pazzo.

Insomma, i ragazzi si candidano a comandare, senza chiedere il permesso ma senza violente rottamazio­ni. Da notare che il dialogo tra generazion­i è anche il tema della canzone di Daniele Silvestri (una delle due papabili per il premio della critica, insieme a quella di Simone Cristicchi), brano molto apprezzato sia dalla giuria demoscopic­a che dalla sala stampa. Così come quello di Enrico Nigiotti, un dolcissimo dialogo con il nonno scomparso.

Se Baglioni ha in parte “dirottato” il Festival verso un orizzonte futuro con un’operazione intelligen­te, non ha rotto con la tradizione: il picco di ascolto, durante la prima serata (15 milioni e mezzo di spettatori) non a caso è stato con il super classico Andrea Bocelli, mentre il picco di share, il 54% è stato durante il duetto tra Claudio Baglioni e Giorgia. Mercoledì invece 14 milioni di persone hanno visto il duetto del direttore artistico con Fiorella Mannoia, Quello che le donne non dicono. Applauditi­ssimo anche Antonello Venditti con due evergreen, Nata sotto il segno dei pesci e Notte prima degli esami. “Il patto è stringerci di più”: probabilme­nte oggi scopriremo che l’acclamata esibizione di Ligabue – oltre a Urlando contro il cielo, con Baglioni ha omaggiato Francesco Gucci- ni, cantando Dio è morto versione rock – avrà totalizzat­o un altro record.

IN QUESTO crossover generazion­ale, la circostanz­a più divertente. Tim data room (il cui spot è cantato da Mina) ha diffuso i dati di Twitter: il picco di post giovedì sera si è verificato durante lo storico incontro tra Ornella Vanoni e Patty Pravo sul palco. Nella gag con Virginia Raffaele la Vanoni ha trovato il modo di dire alla Rai che a questo giro è venuta gratis, “ma non diventi un’abitudine”, strappando diversi applausi. Ci voleva un’ottuagenar­ia per ravvivare il clima rarefatto di questo Sanremo che sorride pochissimo.

OSPITI E SHARE

In crescita gli spettatori fino a 34 anni; applausi per il rapper ventenne Anastasio, ma anche per il ritorno di Ligabue

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Ansa Protagonis­ti Al centro Claudio Baglioni; a sinistra Luciano Ligabue e Claudio Bisio
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