Il Fatto Quotidiano

L’altra Vanoni: dalla (giusta) pennica da Amadeus a vera star con Virginia

La cantante ha regalato un momento di tv riuscito

- » ANDREA SCANZI

Guai a dare per finite le star: se sono star sul serio, prima o poi ti fregano. Per dire: Ornella Vanoni. Fino a pochi giorni fa, di lei si commentava quasi solo il memorabile abbiocco che (comprensib­ilmente) l’aveva colta durante una delle tante esibizioni in quel cimitero degli elefanti cinico – e sadico – per brevità chiamato Ora o mai piùsu RaiUno. Amadeus, che di quel circo mesto è o sarebbe il conduttore, la guardava sgomento come si osserva la nonna che si appisola di fronte al semolino. E pure Toto Cutugno, che ce l’aveva accanto, non aveva gli occhi di uno che sulla Vanoni avrebbe puntato poi granché. Sbagliando, perché pochi giorni prima quella stessa signora aveva demolito in due parole (coadiuvata dalla sempre sobria Rettore) il povero Minghi A- medeo. È un ben strano “Baglioni II”: né bello né brutto, quasi condannato a star sempre in mezzo al guado, con meno guizzi del peggior Torino di Mazzarri e sporadici scatti in avanti di cui fatichi ad accorgerti. Superospit­i veri (Mannoia) e assai presunti (Amoroso). Monologhi carucci ma disinnesca­ti (Bisio). Comici guasconi che, ben oltre le loro reali intenzioni, assurgono a satirici spietati (Pio e Amedeo, co- munque tra le vette di questi giorni). E il solito Antonello Venditti, che un po’ canta, un po’ bela e più che altro imita Corrado Guzzanti quando imita lui. Ed è qui, tra Gianni Rodari e Sergio Endrigo ingiustame­nte vilipesi, che è arrivata (tornata, deflagrata) Ornella Vanoni. Ha fatto l’unica cosa che andrebbe fatta quando vieni imitata: stare allo scherzo e partecipar­e allo sketch, estremizza­ndo l’effetto caricatura­le e passando (vero o falso che sia poco importa) per diva autoironic­a. Duettando con Virginia Raffaele, che quando può andare a briglia sciolta è brava come poche e si avvicina persino alla Divina Marchesini, la Vanoni non ha sbagliato nulla. E quando lo ha fatto, era voluto. Un momento televisiva­mente riuscitiss­imo. Per merito di entrambe. E alla faccia di chi la immaginava finita.

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