Il Fatto Quotidiano

“Da Renga fesserie contro le cantanti: l’ha sentita Arisa?”

- » STEFANO MANNUCCI

■Musica & Gender: polemiche dopo la frase sulla “supremazia canora maschile” Lui: “Mi sono incartato...”

una stronzata rara, ahahah!”. La voce di Mara Maionchi non sarà delle più melodiose, ma la sua risata è una sentenza. Lo sventurato Francesco Renga, invece di andare a dormire dopo la quarta serata sanremese, ha concionato al Dopofestiv­al sulla supremazia canora tra i sessi. A chi gli chiedeva un parere sulla scarsa presenza femminile nella competizio­ne, aveva risposto: “È una questione fisica, di vocalità. La voce maschile è più armoniosa, le voci femminili belle, aggraziate, sono di meno. Non è un caso che ci siano molti più cantanti maschi, non è una questione di… sesso, è che la voce maschile, all’orecchio umano, ha una gradevolez­za diversa. Le voci femminili hanno delle frequenze diverse, quindi all’udito vengono apprezzate solo quando sono veramente molto speciali”. Il gelo aveva avvolto lo studio. Baglioni aveva invitato subito chiunque a dissociars­i, con il gaffeur che ieri è stato costretto a diffondere una nota di scuse. Mara, Renga ha spiegato di essersi incartato con un concetto tecnico. Ammette di aver sbagliato, non vuole essere strumental­izzato...

È una barzellett­a quella sulla voce femminile. Si è soffermato ad ascoltare Arisa, che lì all’Ariston ha fatto sfoggio di potenza e precisione? Ha sentito che ugola? E la grinta della Berté, che ha dato smalto a un pezzo non indimentic­abile?.

E Patty Pravo?

Stiamo diventando tutti molti vecchi. Ci fosse stata la Zanicchi, forse...

Per Renga non ci sono tutte queste dee in giro...

Se parliamo di Festival, ricordiamo­ci che al centro della gara c’è la canzone. Magari non ce n’erano così tante già pronte in questo periodo da affidare a interpreti femminili. I brani adatti non nascono a comando.

Renga aveva tirato in ballo una ricerca scientific­a.

È come decidere se sia meglio Aretha o Ray Charles. È una tesi indifendib­ile.

Che avrebbe detto Gianna Nannini, una delle sue grandi scoperte?

Da brava toscana l’av r e bb e preso per il culo a vita. Ma come gli è venuta fuori una cosa del genere? Era stanco? Non si può essere così tranchant. E ha rischiato di giocarsi una bella fetta del suo pubblico, per giunta.

Chi le è piaciuto? Nigiotti, e non perché l’abbia seguito io a XFactor. Ha cantato con grande impeto. Ultimo è già molto bravo alla sua età, e ho apprezzato i Negrita con Ruggeri. Niente male anche gli Zen Circus.

È attenta ai giovani e agli indipenden­ti.

Nel mio programma per Sky, Mara impara, ho davvero capito tante cose sulla nuova generazion­e di artisti. Calcutta, Salmo, Cosmo. Io ho una certa età, ma non posso fossilizza­rmi sulla mia epoca. Ci sono nuovi De Gregori, in giro. Il mio amico Achille Lauro mi ha aiutato a decifrare gli sce- nari contempora­nei. Noi vecchi dobbiamo essere umili: sa in quanti dicevano che Battisti cantava male?

C’è un esposto di una band che aveva chiesto l'esclusione di Lauro per una linea di chitarra in “Rolls Royce". Achille è un ragazzo molto preparato, non uno sprovvedut­o. Trovo difficile che si fosse esposto in modo incauto. Mi è anche piaciuta la sua performanc­e con Morgan, che resta il miglior giudice di sempre di XFactor.

E lei, Mara? Ha commentato Sanremo per RTL102.5, si è spesa a "Italia's Got Talent”, ma tutti la rivorrebbe­ro a “XFactor”.

Non ho deciso, ma non ho detto un no definitivo. Il problema è che faccio una fatica fisica e psicologic­a a sentirmi responsabi­le del futuro dei ragazzi. Basta un consiglio sbagliato e l’occasione della vita può sfumare. Al tempo stesso, sono stata orgogliosa di vedere Anastasio all’Ariston e del lavoro che sta facendo Licitra con la vedova di Pavarotti. Insomma, vedremo.

LA FRASE INCRIMINAT­A

La voce maschile è più armoniosa, gradevole; quelle femminili dolci e belle sono invece poche, molte di meno

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