Il Fatto Quotidiano

Un “muro” contro la star di Cuarón

Niente visto al protagonis­ta di “Roma”

- » ALESSIA GROSSI

Non

ci sono soltanto le migliaia di centroamer­icani della carovana dei migranti a spingere alla frontiera del Messico con gli Stati Uniti. Pericolosi perché “trafficant­i di droga”, secondo l’ultima campagna del Presidente Donald Trump. A chiedere di scavalcare il muro, quello che già c’è a Tijuana e quello che The Donald vorrebbe costruire, c’è anche Jorge Antonio Guerrero, Fermin, uno dei protagonis­ti del film Roma di Alfonso Cuarón, candidato agli Oscar 2019 con 10 nomination. L’attore messicano, classe ‘93, infatti, pare non sia persona gradita negli States, essendosi visto rifiutare per tre volte il visto di ingresso.

Sarà lui stesso a rendere possibile il passaggio degli aiuti umanitari nel Paese. Così Juan Guaidó, autoprocla­matosi presidente ad interim del Venezuela cerca di sbloccare lo stallo degli aiuti i nt er na zi onali. Guaidó sostiene infatti di star mettendo a punto un piano per la distribuzi­one che sarebbe pronto già per la settimana prossima e che sfiderebbe la resistenza del governo Maduro. Nel frattempo il presidente ad interim ha spronato al Comunità internazio­nale a preparare l’invio. Nei giorni scorsi infatti, la possibilit­à di far entrare nel Paese attraverso il confine con la Colombia i convogli con cibo e medicine si era arenata per via di autocister­ne e container posti a bloccare il Simon Bolivar Internatio­nal Bridge, il ponte che collega il Venezuela al suo vicino a ovest. A presidiarl­i Nicolas Maduro aveva schierato militari dell’esercito a lui ancora fedele.

IL LEADER CHAVISTA, infatti, continua a rifiutarsi di lasciar passare gli aiuti e dice di vedere come “uno show” la concession­i di sostegno al suo paese da parte degli Stati Uniti e della Colombia, oltre a ribadire il suo no a possibili elezioni presidenzi­ali. Funzionari del governo fanno anche sapere di reputare la solidariet­à internazio­nale “un cavallo di Troia” e di avere “il diritto e il dovere secondo la Costituzio­ne di difendere pacificame­nte i propri confini”. Nelle stesse ore, Maduro non ha scartato, invece, l’ipotesi di una mediazione dell’Unione europea nella crisi politica del Venezuela, anche attraverso la figura dell’Alta rappresent­ante dell’Unione per gli affari esteri e la sicurezza Federica Mogherini.

Nel frattempo cibo e medicine raccolti attraverso l’agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo internazio­nale del governo federale statuniten­se sono arrivati e sono stati conservati in un deposito sul confine, dal lato colombiano, in attesa di poter essere consegnati.

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