Il Fatto Quotidiano

Autonomia che vai, reddito che trovi: Trentino e Alto Adige divisi sulla “card”

Bolzano boccia le nuove norme, Trento cambia regole (e penalizza gli stranieri)

- » DANIELE ERLER

L’Alto

Adige si ribella al reddito di cittadinan­za e pensa al ricorso alla Corta Costituzio­nale. Il Trentino invece lo accoglie a braccia aperte, sperando di risparmiar­e così qualche milione di euro. Le due province autonome si trovano all’i mprovviso agli antipodi nella discussion­e su uno dei provvedime­nti bandiera del governo gialloverd­e.

Da un lato l’alt oat esi no Arno Kompatsche­r grida alla rivolta: “È molto meglio quello che già facciamo da noi”. Dall’altra, il consiglio provincial­e trentino, da qualche mese a trazione leghista, approva una varia- zione di bilancio per preparare il terreno all’iniziativa nazionale.

Kompatsche­r è il leader della Svp, la Suedtirole­r Volksparte­i, e l’intento di guidare la rivolta viene presentato come una difesa dell’autonomia:

“Nella nostra Provincia il reddito di cittadinan­za nazionale non conviene.

I nostri strumenti sono già migliori rispetto alla normati- va statale, sia per quantità sia per qualità – spiega il presidente della Provincia di Bolzano –. Sono più accessibil­i e più semplici anche nelle procedure amministra­tive”.

Kompatsche­r sta pensando di ricorrere alla Corte costituzio­nale per difendere quella che secondo lo Statuto d’a ut onomia è una competenza primaria della provincia. Chiudendo così le porte a ogni tentativo di manovra calata da Roma. L’annuncio imbarazza la Lega che a Bolzano governa da qualche mese proprio con la Svp. Mentre dall’opposizion­e il Movimento Cinque Stelle altoatesin­o attacca Kompatsche­r e i suoi, definendo il welfare locale come troppo assistenzi­alista.

IN ALTO ADIGE c’è il cosiddetto “reddito minimo di inseriment­o”. È pensato per soddisfare i bisogni fondamenta­li di ogni individuo: alimentazi­one, abbigliame­nto, igiene e salute. Si rivolge a tutti i cittadini bisognosi, ita- liani o stranieri, basta che vivano in provincia di Bolzano da almeno 12 mesi. Il contributo può arrivare fino ai 600 euro e non c’è nessun obbligo di cercare un lavoro. Non solo: la Provincia dà anche un contributo per l’affitto per coloro che non sono proprietar­i di immobili. L’importo varia in base al reddito e al comune di residenza. Ed ancora: un altro bonus viene concesso per le eventuali spese condominia­li. Tutto questo viene finanziato con fondi del bilancio della Provincia. Accedere a quelli statali porterebbe a un risparmio, ma costringer­ebbe gli

Su al Nord Il leader della Svp guida la rivolta e pensa al ricorso alla Consulta. Peccato governi col Carroccio...

altoatesin­i ad adattarsi a un sistema nuovo, meno vantaggios­o.

A Trento, invece, il ragionamen­to è stato di segno opposto. Con una variazione di bilancio – contestata da Pd e autonomist­i all’opposizion­e – la Lega sostituirà da aprile il reddito di garanzia trentino con il reddito di cittadinan­za nazionale. La giunta provincial­e spera così di risparmiar­e alcuni milioni di euro di fondi provincial­i: i primi calcoli parlano di un massimo di 13 milioni di euro, che potrebbero essere reinvestit­i poi, magari in altre misure di welfare.

MA LA NOVITÀcamb­ia le regole, a danno soprattutt­o – e non è un caso – degli immigrati. Infatti per accedere al reddito di cittadinan­za servono 10 anni di residenza in Italia. Prima bastavano tre anni di residenza in Trentino. Secondo le stime, quasi il 40 per cento delle persone che accedevano all’assegno trentino non avranno i requisiti per il reddito di cittadinan­za.

 ??  ??
 ?? LaPresse ?? Dal 6 marzo Si potranno presentare le domande per ottenere il reddito di cittadinan­za
LaPresse Dal 6 marzo Si potranno presentare le domande per ottenere il reddito di cittadinan­za

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy