Il Fatto Quotidiano

Ex missino vicino ad Alemanno, di abruzzese ha solo i genitori

- ANDREA MANAGÒ

Marco Marsilio, candidato di un centrodest­ra che negli enti locali torna allo schieramen­to classico con Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, è forse il più pacato nei toni e nella retorica dell’eloquio tra i suoi coetanei della destra sociale romana. Sì, perché di abruzzese Marsilio ha le origini familiari ma, a differenza degli altri due sfidanti più accreditat­i, è nato a Roma dove ha speso buona parte della sua attività politica. Marsilio muove i suoi primi passi in politica negli anni Ottanta nelle formazioni giovanili missine, poi dal 1993 al 1997 è consiglier­e circoscriz­ionale nel Municipio del centro storico mentre dal 1997 al 2008 viene eletto in Consiglio Comunale tra i banchi di Alleanza Nazionale. Sono gli anni di un’opposizion­e priva di grande visibilità alla seconda giunta capitolina di Francesco Rutelli e alle due di Walter Veltroni. Nel 2008 arriva il salto in Parlamento, alla Camera con il Popolo delle Libertà, mentre alle ultime elezioni è approdato in Senato, con Fratelli d’Italia.

Durante anni di Gianni Alemanno in Campidogli­o il nome del candidato governator­e è stato accostato alla parentopol­i Atac su cui ha indagato la Procura di Roma (in primo grado sono stati condannati 4 ex manager dell’azienda) dato che tra i nomi degli assunti era presente anche quello della moglie. Oggi Marsilio si candida per “riportare serenità nelle famiglie abruzzesi” per un Abruzzo “che cresca, come le Regioni governate dal centrodest­ra”.

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