Da Patty al Volo, tutto il peggio dell’edizione n. 69
Cosa (non) resterà di questo Sanremo 2019? Rengache dice che ci sono meno donne al Festival perché “gli uomini hanno le voci più belle”. Bravo Francesco: è noto infatti che Jovanotti mangi in testa a Amy Winehouse e Biagio Antonacci ad Aretha Franklin. Se non altro poi ha chiesto scusa, dicendo che non si è spiegato bene. Renga è lo stesso che anni fa disse che era penalizzato sulla scena musicale perché quasi tutti gli artisti sono di sinistra (e lui no). Ed è anche lo stesso che, sin dai tempi dei Timoria, era alternativo quanto una braciola scotta nel catering di Gigi Il Merda. Qualcuno gli faccia notare che, se anche stavolta l’unica cosa che resterà della sua partecipazione saranno le belle giacche del suo stilista (plaudite da Enzo Miccio), non è colpa di nessuno.
E ANCORA. La renzianissima Anna
Fo glie tta , che al
Dopofestival ha portato quella sua simpatia contagiosa a metà tra una Meli impegnata e una
Morani in incognito. La gran parte dei mestissimi sketch, copiati allegramente (lo ha scoperto Selvaggia Lucarelli) da Dean Martin, il Late Show e la Smemoranda di Nardella.
Quindi Achille Lauro, “con la sua intonazione da antifurto di Multipla con la batteria scarica” (cit. dalla pagina Facebook “Musicademmerda”): accusato da Staffelli di essere un cattivo maestro (chissà cosa avrebbe detto a Lou Reed quando cantò Heroin), lo ha messo all’angolo con agio, esibendo una strafottenza linguistica che in trent’anni di sinistra italiana non si è mai vista.
Daniele Silvestri, che si rende conto di aver portato una canzone troppo più bella delle altre e allora – per non far sfigurare i colleghi – chiede venerdì a Rancore (?) e Manuel Agnelli di devastarla con virulenza.
Ornella Vanoni, che sembra per anarchia la figlia di Iramae la nipote del Volo. Patty Pravo, encomiabile nel suo tributo al Fortunadrago de La storia infinita. E poi Claudio Bisio, che definisce Ligabue “l’imperatore del rock”: come chiamare Renzi “il Rocco Siffredi del bolscevismo”. Daje sempre.