Latte, i pastori: “Fermeremo il voto”
Barricate sulle strade e prodotto gettato nei fiumi. Oggi arriva Conte
Latte che scorre a fiumi, come a Olzai, dove decine di bidoni sono stati svuotati dentro il rio Bisine, o che piove dai cavalcavia come sulla statale per Nuoro, bloccata per ore insieme alle altre principali arterie dell’isola con decine di barriere stradali e auto costrette a transitare a passo d’uomo. La “guerra del latte” ormai dilaga in Sardegna, con scene identiche in ogni angolo dell’isola che rimbalzano nei social riscuotendo solidarietà e adesioni anche oltre Tirreno. Una protesta spontaneistica, portata avanti dai pastori che contestano il crollo del prezzo fissato dagli industriali che con appena 60 centesimi al litro non è in grado di garantire nemmeno i costi di produzione. E se entro mercoledì il tavolo interassessoriale convocato a Cagliari non troverà una soluzione per garantire un’adeguata remunerazione del latte, il coordinamento dei pastori è pronto ad alzare il tiro boicottando le prossime elezioni regionali del 24 febbraio. “Non entrerà nessuno a votare: non è che non andiamo a votare, non voterà nessuno, blocchiamo la democrazia, ognuno si assuma le proprie responsabilità". Ma intanto si guarda ai prossimi appuntamenti istituzionali: oltre al tavolo di mercoledì si attende oggi l’arrivo in Sardegna del Premier Giuseppe Conte e nel fine settimana del ministro delle Politiche Agricole, Gian Marco Centinaio, che dal tavolo della Bit ha annunciato la volontà di aprire un dialogo per venire incontro alle giuste rivendicazioni dei produttori, spiegando di aver già convocato , indipendentemente dalla protesta, un’apposita riunione sull’argomento da parte dei tecnici del ministero.
“CHIEDIAMO un accordo sul prezzo di almeno un’euro più iva per litro”, fanno sapere intanto via social gli allevatori in presidio permanente davanti allo stabilimento Pinna di Thiesi. “Serve un’intesa che duri nel tempo, soprattutto che sganci finalmente il prezzo del latte dal riferimento del pecorino romano. Non produ- ciamo solo quello, abbiamo produzioni diversificate, con formaggi ad alto valore aggiunto che raggiungono prezzi molto superiori al romano. Il latte va pagato in base al tipo di prodotto messo in vendita, e non necessariamente in base a quello meno remunerativo. Noi non molliamo”, prosegue il messaggio via social “Non conferiremo il latte finché non saremo ascoltati”. Nel braccio di ferro portato avanti dai pastori la guardia rimane alta anche contro i tentativi di aggiramento del blocco da parte della filiera di trasformazione, con presidi agli accessi di tutti gli stabilimenti e nei porti per impedire lo sbarco di latte o carni ovicaprine provenienti dall’Est europeo. A Porto Torres ieri mattina si sono sfiorati momenti di tensione quando un centinaio di contestatori hanno fermato un mezzo che trasportava carni suine provenienti dalla Francia, gettando gran parte del carico a terra. La loro azione è stata interrotta dall'intervento dei carabinieri e degli uomini della polizia in assetto anti sommossa.
Denunciati in 5 Protestano per il prezzo imposto troppo basso. Fermati i carichi dall’Est Europa
A ORTACESUS, nel Sud Sardegna, cinque persone sono state segnalate all’autorità giudiziaria per danneggiamento e violenza privata in seguito alla manifestazione davanti alla locale azienda casearia, in cui avevano cercato di impedire l’accesso alle cisterne piene di latte, sversandone a terra undicimila litri.