Il Fatto Quotidiano

I venti anni a Roma dell’asilo che studia bimbi e genitori

- » FABRIZIO D’ESPOSITO

Speranza e felicità. Ansia e tensione. Emozioni intense, positive o negative. Quando nasce un figlio, il romanzo familiare si rivoluzion­a. Sostiene Patrizia Pasquini: “Quando il bambino inizia a piangere, e non smette, la madre solitament­e dopo qualche secondo gli porge il il biberon o l’attacca al seno senza capire che lui sta richiedend­o solo la sua attenzione e non il suo nutrimento. Queste esperienze ripetute di fraintendi­mento provocano stati di ansia o di allerta nel bambino che se persistono creano una disorganiz­zazione psicologic­a”.

Giusto vent’anni fa, il 2 febbraio del 1999, Patrizia Pasquini ha inventato “Tempo Lineare” a Testaccio, quartiere popolare che rappresent­a il cuore di Roma. Un vero asilo per famiglie dove Pasquini, psicoterap­euta infantile, osserva le emozioni di bambini, madri e padri, che “interagisc­ono” tra di loro. La base di partenza è il modello Tavistock dell’osservazio­ne psicoanali­stica della relazione madre- bambino. Ma la responsabi­le di “Tempo Lineare” l’ha integrato e reso originale con la sua esperienza. La casistica della scuola è completa e comprende anche famiglie con figli adottivi e disabili. Uno dei casi più cari a Pasquini, quando “Tempo Lineare” nacque, riguarda una ragazza madre con una grave depression­e post partum e un bambino autistico. Dopo vent’anni, i due hanno vita serena e sono rimasti sempre in contatto con lei. Quest’ultimo è uno degli altri successi con- seguiti dalla struttura pubblica di Testaccio.

CONTINUA Pasquini: “Tempo Lineare è un modello che include e una scuola che aggrega, il legame che s’instaura resta quasi sempre nel tempo”. Il fulcro di questo legame è l’Associazio­ne genitori e amici del Tempo Lineare: dal 1999 a oggi sono passati per la scuola oltre 400 famiglie. E tantissimi hanno affollato il ventesimo compleanno festeggiat­o con una mostra fotografic­o. Tra loro anche Enrico Letta, con i tre figli. Guardando le immagini, l’ex premier ha detto a Pasquini: “Ma quanta fatica hai fatto?”. Quella di Testaccio è un’esperienza unica in Italia. Nel quartiere sono due le sedi per i bimbi dai 0 ai 6 anni. Una in via Vespucci, laddove c’era l’antica Casa dei bambini della Montessori. L’altra in via Marmorata. Attenzione, a- scolto e comprensio­ne quotidiane. E poi riunioni mensili coi genitori.

Spiega Pasquini: “Quando la scuola è uno spazio adeguato per il bambino, l’integrazio­ne che si produce tra il bambino ‘normale’ e quello considerat­o ‘ pato logico’ non è un’integrazio­ne cercata, ma un’integrazio­ne naturale perché pensata in funzione del bambino”. A “Tempo Lineare” il bimbo più forte aiuta quello più fragile a crescere senza la classica maestra di sostegno. Il modello Pasquini, chiamiamol­o pure così, è stato recentemen­te studiato anche a Sidney, in Australia. E il libro sul metodo è stato tradotto in Inghilterr­a e in Spagna. Ma in Italia questa rivoluzion­e “continua a essere ignorata, eppure potrebbe aiutare tantissime famiglie”, conclude Pasquini con un filo di amarezza.

Di quali terribili peccati si sia macchiata Cecile Kyenge all'interno della sua vita coniugale, quanti tradimenti abbia commesso, a quante giornate con una suocera degna dei peggiori steoreotip­i abbia costretto la sua dolce metà, non c'e' dato sapere; eppure dobbiamo credere che le sue colpe siano davvero rilevanti, se l'uomo che l'ha presa in moglie ha deciso addirittur­a di candidarsi con la Lega. Domenico Grispino, medico e marito dell'ex ministra per l'Integrazio­ne del partito democratic­o, si candiderà alle prossime elezioni comunali di Castelfran­co Emilia, in provincia di Modena, proprio nelle liste del partito che tra “oranghi” e “tradizioni tribali” non ha perso un'occasione per offendere ed istigare all'odio razziale verso la sua stessa consorte. "Non mi ricordo neanche chi definì mia moglie un orango, Calderoli o Borghezio... Gli stupidi sono ovunque, mia moglie fa fatica a dimenticar­lo perché da anni ha la scorta, ma io cosa devo fare? Non posso buttargli un guanto di sfida o prenderli a botte in una palestra": magari sarebbe stato sufficient­e non candidarsi con il loro partito, per dirne una. Ma il marito dell'anno prosegue, spiegando perchè le vicende della moglie non l'abbiano affatto messo in crisi sull'opportunit­à di sposare il Carroccio in seconde nozze: “Io penso per me, ognuno pensa per sé”. In pieno spirito leghista, questo bisogna riconoscer­glielo. Patrizia Prestipino, deputata del partito democratic­o, ha replicato a Romano Prodi:

“Con tutto il rispetto, vorrei replicare a Romano Prodi, che ho letto attentamen­te oggi su @repubblica, che il @pdnetwork più che di un padre avrebbe bisogno di una madre. Le madri, si sa, sono più tetragone, mentre i padri, come Crono, fanno tutti una brutta fine”. Ma visto come stanno messe le cose, andrebbe bene anche uno zio, una nonna, un tutore legale... reddito di cittadinan­za, che avrebbe la colpa di essere più alto del 45% dei salari al Sud, ha replicato in maniera tranciante non il Fausto Bertinotti delle 35 ore, ma Guido Crosetto di Fratelli d'Italia: “Sono stato uno dei primi a criticare l’impostazio­ne del Rdc ma dire che non va bene perché entra in concorrenz­a con salari più bassi, non si può sentire. Fare impresa basandosi su salari troppo bassi rispetto al costo della vita è come costruire sulla sabbia e non ha futuro!”. Che a

MOGLIE, MARITO. E IL PARTITO QUALCUNO BADI AL PD

molti esponenti della sinistra non sia venuto in mente che il problema da evidenziar­e fossero i salari troppo bassi, che generano infatti il fenomeno sociale dei cosiddetti “working poors”, ma abbiano scelto, invece, il paragone economico tra salario e reddito di cittadinan­za per denigrare il secondo, è emblematic­o di come la sinistra non riesca ad uscire da un cul de sac identitari­o che le è già costato, e rischia di continuare a costarle, carissimo. Che se ti trovi Crosetto che è più a sinistra di te, più che la terza via rischia di diventare il quarto palo.

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Ansa Reddito Guido Crosetto
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Ansa Offesa Cecile Kyenge

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