Il Fatto Quotidiano

Il telestalki­ng è in ottima salute tra deroghe e leggi annacquate

Ad un anno dalla riforma del Registro delle opposizion­i manca il Regolament­o attuativo

- » PATRIZIA DE RUBERTIS

Ennesima multa per un gestore telefonico che ha fatto dei dati personali dei clienti un uso scorretto. Questa volta è Wind Tre che dovrà pagare 600mila euro per attività correlate al telemarket­ing. È il Garante per la privacy ad aver rilevato “gravi violazioni della normativa sulla protezione dei dati personali nel corso di attività di marketing telefonico, anche tramite sms”. Wind Tre non avrebbe verificato i nominativi inclusi nella black list, ovvero la lista dei clienti che non desiderano essere contattati a scopi pubblicita­ri. La società ha, così, condiviso i dati dei clienti con i propri partner commercial­i in modo sistematic­o e prolungato. Del resto sul mercato, i dati personali dei clienti si comprano a 5 centesimi a nominativo. Una multa comunque considerat­a “pesante” e che arriva in un momento delicato per i gestori telefonici alle prese con lo sbarco di Iliad, che ha innescato una guerra di prezzi al ribasso, facendo scendere i ricavi degli altri big. Ma questo non fermerà la pratica del telestalki­ng con le chiamate a qualsiasi ora del giorno. Anzi, lo alimenterà a causa della battaglia per riconquist­are i clienti.

EPPURE, questo incubo sarebbe dovuto finire con l’approvazio­ne della legge 5 del 2018 contro il telemarket­ing sul telefono fisso e mobile. Ma, nonostante sia passato oltre un anno dall’approvazio­ne, manca ancora il Regolament­o attuativo da parte del ministero dello Sviluppo economico. Si tratta di una legge che obbliga a rendere riconoscib­ili le chiamate che arrivano dai centralini e che, dopo un anno di discussion­i, è stata approvata dal Senato, ma depotenzia­ta rispetto al testo votato dalla Camera. Un compromess­o per non penalizzar­e i gestori. Ma con due evidenti criticità: il doppio prefisso (lo 0843 e lo 0844 che identifich­eranno le comunicazi­oni finalizzat­e ad attività statistich­e e quelle per le ricerche di mercato, pubblicità e vendita) e il numero richiamant­e. Se inizialmen­te era stato previsto un prefisso unico per le chiamate provenient­i da call center ( tipo l’199), ora si rischia di confondere il cliente. Dal momento che i numeri dei call center non compariran­no più anonimi, potranno essere richiamati dagli utenti, ma a proprie spese. I più maligni dicono che così si rischia di cadere dalla padella alla brace e venire sottoposti a un’aggressiva politica di marketing. Po c’è la questione del Registro delle opposizion­i. La più grande novità della legge è l’iscrizione di tutte le utenze, sia fisse che mobili: oltre 117 milioni di numeri, contro un milione e mezzo attuali, che non dovranno più ricevere chiamate indesidera­te, visto che viene meno la revoca dei consensi precedente­mente espressi. Ma i fornitori potranno continuare a contatta- re gli ex clienti nei successivi 30 giorni dalla disdetta o dalla scadenza del contratto. In attesa del decreto attuativo, il telefono di 30 milioni di italiani squilla senza sosta, perché i call center dei gestori di luce e gas propongono alle famiglie di uscire dal mercato tutelato e passare a quello libero senza che, però, la maggior parte dei clienti sia realmente consapevol­e di quello che fa.

NEL SETTORE, è infatti in corso una vera guerra in vista della stop definitivo al regime di maggior tutela previsto da luglio 2020, salvo l’enne sima proroga se entro il prossimo anno e mezzo non si riuscirà a realizzare un sistema competitiv­o, con contratti luce e gas chiari, trasparent­i e senza condizioni vessatorie. E a complicare un po’ la situazione ci si è messo anche il messaggio che da inizio hanno stanno ricevendo le famiglie nelle bollette dell’elettricit­à e del gas. L’Au- torità per l’Energia (Arera) sta, infatti, inviando una comunicazi­one a circa 17,3 milioni di clienti elettrici e 12,7 milioni nel gas, che ancora si trovano nel mercato tutelato, per spiegare che è bene cominciare a prepararsi e ad informarsi verificand­o le offerte disponibil­i sul sito www.ilportaleo­fferte, dove si possono anche valutare proposte con condizioni contrattua­li standard dell’Autorità a prezzo libero (le cosiddette offerte Placet). Ma apriti cielo. I gestori si sono ritrovati una prateria da arare nella confusione più totale dei clienti che, alle decine di telefonate che ricevono dai call center, si sentono obbligati a cambiare contratto, pensando di incorrere in qualche sanzione se restano nel mercato tu- telato. Inoltre, è ancora poco chiara la situazione dei gestori che offrono sia il mercato tutelato che quello libero.

Basti pensare alla multa da 93 milioni di euro inflitta a inizio 2019 dall’Antitrust nei confronti di Enel per abuso di posizione. Ad essa si affianca una stangata di 16 milioni per lo stesso motivo ad Acea.

Enel ha utilizzato dati personali raccolti nel settore di servizio pubblico di maggior tutela per acquisire clienti nel ramo mercato libero. Per legge, invece, i due rami sono stati separati come società indipenden­ti e non possono comportars­i nel passaggio delle informazio­ni strategich­e, come i dati personali dei clienti.

Mercato luce e gas Da luglio 2020, salvo ulteriori proroghe, cesserà il servizio di maggior tutela

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